16/07/13

La rassegna Jazz all'Americo Village. La riserva indiana del Marcello Allulli Trio

Entrando nello chalet “Americo” a concerto appena iniziato, il trio MAT mi ha subito ricordato quella vecchia serigrafia di Ugo Nespolo cui tengo molto (benché la mia sia la n.26 su addirittura 2.000: le regalava agli abbonati circa trent’anni fa la rivista Abitare): titolo,“Nella riserva circondati dai Cow-Boys”, appunto. E’ che per arrivarci - comunque in ritardo - io stesso avevo dovuto faticosamente attraversare la movida del lungomare superando svariate “linee nemiche” di visi pallidi abbronzati, rischiando se non la pelle almeno le orecchie: orchestrine di alberghi e chalet, armate di ferocissimi cow-boys grandi sparatori di decibel, per non parlare degli altri cow-boys fuori dai ranghi, musicalmente assatanati, anche loro armati di sassofono-Winchester, chitarre-Colt e voci da lupi.
Oltre a reggimenti interi di cow-boys-spettatori che, come a comando di generali invisibili, attaccavano a ondate i radi quanto resistenti indiani-jazz. Ecco, nel “fortino” dell’Americo, i ragazzi del trio MAT mi sono sembrati proprio “indiani” accerchiati, sull’orlo di soccombere alla soverchiante pressione di cow-boys orrendamente musicisti. Per tutta la sera la “Riserva” ha però resistito. Con onore e bravura. Senza paura. Sì, mi sono sentito molto “indiano”.

Pier Giorgio Camaioni


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