02/10/24

“29 SETTEMBRE”

FARE UNA COMUNITÀ - 1a installazione di arte pubblica permanente di Alex Urso

 RIPATRANSONE 

Circonvallazione Cuprense - dal 28 settembre 2024

 


*[Battisti-Mogol-EQUIPE 84, 1966]    

Giornale radio. Ieri 29 settembre, in occasione di un giorno qualunque, invece di star seduto in quel caffè e io non pensavo a te, vado giù dietro al Duomo a vedere “FARE UNA COMUNITÀ di Alex Urso.

Quelle più di 400 vecchie foto di generose genti ripane, liberamente selezionate, rielaborate e assemblate da Alex “dentro” 3 parole di 15 lettere. 

Roba da FIUTO! Un messaggio semplice, contemporaneo, di alto significato sociale, che al vernissage lampo di ieri - causa il nubifragio bonsai - non poteva aver visto tanti sguardi. 

15 lettere ben attaccate sul vecchio muro di sostegno della scalinata più sgarrupata del paese, l’angusto marciapiede per guardarle da vicino vicino, una verde panchina restaurata… forse per pensare, dall’altra parte della strada. Location giusta, improbabile ma ripeto giusta: non devi entrare ad orario in un portone, non devi pagare, bussare, ci vai quando ti pare, pure col cane. 

Mentre le auto rallentano curiose, la gente scorre sorpresa ma ordinata sul marciapiede, ci si urta un po’ ma fa niente: chi si avvicina ad ogni lettera col naso, chi la tocca, chi indica col dito le figure e le case, chi dà di gomito al vicino e parla (in slang) e ricorda, cerca, pensa. Con allegria. Con malinconia. Chi sorride rivedendosi giovane coi basettoni e i pantaloni a zampa di elefante, chi ritrova la 600 bianca con la targa nera, l’aia della casa dei nonni, la bottega di alimentari, la cantina, e quella chiesa “tanto bella” che da mo’ che sta chiusa. 

Ho visto, con commozione, tutta una civiltà contadina e artigiana che si riconosce dopo tanto tempo e rivive! Forse non sono solo certe “Impressioni di Settembre” [Mogol-Pagani-Mussida-PFM 1972], quando laggiù dorme la campagna, respira la nebbiae quanto verde tutto intorno ancor più in là, sembra quasi un mare d’erba

 

 Giornale radio. Oggi 30 settembre …continua a Ripa la processione a “FARE UNA COMUNITÀ”.            

 PGC - 2 ottobre 2024


 

LA NOTTE EGLI OSCAR

 

 

Non è Los Angeles e non è il Dolby Theatre, non sono gli Oscar hollywoodiani del cinematò eppure è tutto uguale, lustrini sorrisoni e discorsi a pera: è la New York dell’Atlantic Council che premia la Fratelladitaglia nostra, e "la ragione in grembo/  De’ celesti si posa”.  In realtà ai nostri occhi la ragione è parecchio terra-terra: follow the money (metodo Falcone).

Paperon Musk premia Minnie Fratelladitaglia col Global Citizen Awards, premio che L’Assemblea delle Nazioni Unite - come autocertificazione di (inutile) esistenza in vita - conferisce annualmente “ai rari individui che ispirano il mondo”. Apperò.

Motivazione del premio, “il lavoro incredibile” fatto dal(la) premier in patria con “record di crescita economica e occupazione”. Eccetera. 
“Ancora più bella dentro che fuori” flirta Elton – ops Elon - con il/la Minnie premier.
Che senza quel provvidenziale "ancora" sarebbe stata gaffe epocale (tipo il Bella dentro, fuori non ce l’ho fatta, nell'esilarante monologo di una nostra brava attrice comica). 

 

Nella notte delle stelle l’applausometro esplode, la ragazza riceve, ringrazia, comizia, seduce: gli ammericani sono così, tant’è che si sono digeriti prima Donald e poi Joe – per non parlare degli altri - e con Kamala faranno tris, perché lei “se un intruso mi viene in casa io sparo” e una così che fai, non la voti?

 

E dunque. Discorso-sandwich della melona farcito di dotte citazioni: Prezzolini - che “La guerra fu un momento dell’Italia. Vi assicuro che era bellissimo” scriveva nel 1968  - ma anche Michael Jackson, com’è-democratica-lei; e avanti col turbo sui valori dell’Occidente (qualunque cosa voglia dire) e libertà, sovranità, patria ecc.

Tanto basta a collocare il (la) premier fra le immaginette care all’Ammerica, insieme alla Loren, a Lollobrigida (no, non quello. Gina), a Benigni, alla pizza, al mandolino, a Venezia con gondola. 

Senonchè PaperonMusk alla Ketamina (ne ha bisogno per “mitigare gli stati mentali negativi”, come non capirlo, povero ragazzo), già invitato dalla melona a Palazzo Chigi, poi alla festa di Atreju, il signore dei soldi al quale sfumò la scazzottata col nemico Zuckerberg nell’epica location del Colosseo (un’ideona del Bocciofilo Sangiuliano, campione planetario di ridicolo), è uno che mangia pane e dollari. Ma questo alla Fratelladitaglia non dispiace, anzi, perché le giravolte in politica sono sport nazionale e specialità della casa. 

E soprattutto perchè pecunia non olet.

Così puoi sproloquiare di libertà nel tuo discorso da maturanda davanti alla commissione d’esame, mentre in patria le leggi del tuo governo fanno di tutto per reprimerla, la libertà, nell’informazione come nelle manifestazioni del dissenso; puoi parlare di giustizia mentre in patria le leggi e le riforme e i ministri del tuo governo fanno strame del sistema giudiziario e la magistratura è additata come il nemico numero uno (e il tuo Paperon Musk plaude al video dello squinternato Salvini sull’argomento); puoi parlare di rispetto per la dignità e per la vita umana mentre respingi migranti in mare e sanzioni e sequestri le navi che li soccorrono e prepari per loro i lager in terra d’Albania; puoi parlare di "valori occidentali" quando sanità, istruzione, cultura collocano il tuo paese agli ultimi posti nelle graduatorie internazionali del vivere civile.

E mentre il mondo brucia nelle guerre fomentate dalla follia europea (quindi nostra) e americana, puoi anche farti premiare perché sei “ancora più bella dentro che fuori” ma le tue polizie manganellano e "identificano" gente inerme che manifesta e dissente; e il tuo governo, come gli altri, stanzia sempre più soldi per sempre più armi perchè la guerra permanente è necessaria agli affari e alle logiche belliciste di USA e di Europa; e il tuo governo, come tutti, sta a guardare quasi fosse un videogame – col codazzo dell'informazione appecoronata che fa il tifo e (dis)informa di conseguenza - il genocidio dei palestinesi (sì senatrice Segre, è genocidio quello che Israele sta perpetrando sui palestinesi, è per questo che Israele è a giudizio presso la Corte Internazionale di Giustizia*); e la libertà che vai proclamando è negata ogni volta che il tuo governo nega la cittadinanza a chi rischiando la vita approda da noi.

E allora puoi anche non vergognarti nell'accettare il premio dalle mani di uno svalvolato coi soldi che prevede “una guerra civile in Europa” e che “i cittadini europei dovranno combattere contro l’invasione dei migranti”. 
Avrai solo qualche problema nel guardarti allo specchio, ma basterà passare oltre.

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“…perché noi fummo ipocrisia confusa ai bivi della mente
fummo stoltezza mascherata di inutili libertà..."

(G.A. Dimarti, in “Il tempo che ci siamo dati”, 2016)

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*https://www.amnesty.it/accuse-di-genocidio-per-israele/

Sara Di Giuseppe - 2 ottobre 2024


     

20/09/24

C’è del giallo, al porto


Ci sarà un tramonto di fuoco stasera

ma è ancora presto

Rientrano 3 barche, le stesse di ieri

asciutte, neanche uno sbuffo di mare

Sto asciutto anch’io sullo scoglio

Niente onde, niente schiuma

Le vibrisse lucide, le orecchie tese, gli occhi grandi e brillanti

Guardo, studio chi passa.

            Sono il nuovo gatto del porto 

            la sentinella del molo sud

            Perché c’è del giallo, al porto

            Oltre i traffici.

Mi chiamo Marlowe, investigatore privato 

un po’ ribelle, ma né triste né solitario

Perché io guardo, penso, guardo…

Sono sulle tracce di qualcosa

Ci sarà un final.

            Poi di mattina andrò al Soriano.*                            



 *Osvaldo Soriano, Triste, solitario y final - 1973

 

PGC - 19 settembre 2024




15/09/24

CI VUOLE FIUTO!


MARTA BLUE  “SUMMER OF FEAR”  a cura di Alex Urso     [ph Ronan Chris Murphy]

Ripatransone – FIUTO ART SPACE   10 agosto - 6 ottobre 2024


     “Per fare certe cose ci vuole orecchio!”, cantava Enzo Jannacci. Non era una canzonetta, era un’allegoria in musica, e aveva tanti sensi e messaggi. Come quello diretto ad intellettuali, musicisti, agli artisti in genere, sulla difficoltà di stare al tempo con la base, la massa, la gente: Non basta “aver tutta la voce in gola”, senza la base - senza la massa, la gente… - non si può cantare, e “con la base non si può stonare”. “E noi come dei pirla”, perché…“la base va avanti anche da sola”. Messaggio politico geniale, forte.

     “Per fare certe cose ci vuole orecchio!”, ma non solo. Se tra le “certe (altre) cose” vuoi inventare – e con un piccolissimo budget farla funzionare – una piccola Galleria d’Arte Contemporanea in un borgo di campagna (magari un po’ digiuno dal punto di vista dell’arte moderna/contemporanea), l’orecchio ti serve poco se non hai fiuto. Perché, ad es., come scegliere e programmare gli artisti? Come ospitarne le opere in un spazio minimo? Come dare un senso alla sequenza di piccoli grandi eventi? Come attrarre gente distratta o poco curiosa, come appassionarla? Come “mettere in fila” gli artisti nel progetto che hai in mente? Come educare il borgo, e il circondario, a capire l’arte contemporanea? Come non perdersi?... Ci vuole fiuto, fiuto continuo. Alex ne ha, è artista, è del mestiere, ha voglia, è giovane, è del posto. Quindi (e già da un po’) ecco FIUTO. Di nome e di fatto. Sì, per fare certe cose… CI VUOLE (anche) FIUTO!


     Anche la più recente mostra “SUMMER OF FEAR”- Estate di (o da) paura - ne è la dimostrazione. Quadri di foto di paura. Ma non le paure democratiche e volgari dei nostri tempi d’estate – la paura dei ladri, degli incendi, delle bombe d’acqua; non le paure morbide degli anni ’60 – quelle sentimentali che Bruno Martino cantava in “Odio l’estate”; non le paure di morte della guerra nell’estate del ’40. Marta Blue fotografa le paure metafisiche di oggi frugando come una TAC nei nostri inconsci, indagando su azioni o pensieri rimossi o trasformati in ricordi. 

Paure di un certo odore, volatili ma concrete, insite nel nostro DNA o pronte ad entrarci, di cui siamo inconsapevoli o da cui essere affascinati. Foto cinematografiche un po’ alla Dario Argento ma in chiave pop. Foto surreali come certe canzoni di Jannacci, dove la timidezza può non farti capire la tragedia, i tormenti, la paura delle cose e della gente, o del nulla. Foto fittizie del reale, di profonda bellezza. “Estate di (o da) paura” dove la paura, audacemente fotografando anche se stessa, si lascia scoprire ma non comprendere, e vi intravvediamo un futuro che forse (non) è “un buco nero in fondo al tram” [E.J. - Io e te - 1979]. 

Magari anche la paura ha un fiuto.

PGC - 14 settembre 2024

11/09/24

UNA LACRIMA SUL VISO

 

Bobby Solo, Festival di Sanremo 1964

 

“Altrove abbiamo già visto come (…) si sia mantenuta finora incrollabile la coesione istituzionale fra i politici responsabili della gestione di un paese sul quale, senza il minimo preavviso, si è abbattuta una calamità senza precedenti nella lunga e da sempre laboriosa storia dei popoli conosciuti”
(José Saramago, Saggio sulla lucidità, 2004)

 

 

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Avrebbero commosso i sassi, signori miei, le telelacrime dell’ormai ex Ministro della Cultura Sangiuliano sedotto e abbandonato: nonostante il clamoroso ossimoro tra i due termini “Cultura” e “Sangiuliano”, non possiamo evitare che la commozione ci assalga alla gola.

 

Per fortuna, Governo e giornaloni embedded sono lì al Miniver, Ministero della Verità, a distribuire al popolo, insieme alle brioches, la corretta narrazione dei fatti: nei quali - nessuno osi negarlo - c’è un’aggressora  e c’è un aggredito.
Da una parte una luciferina mantide che seduce un onest’uomo per ottenerne vantaggi e poi divorarlo; dall’altra l’onest’uomo le cui tardive tempeste ormonali hanno obnubilato la capacità di separare vita e ormoni privati dal ruolo istituzionale.

 

Cherchez la femme, dunque? Gossip? Questione privata? Commedia sexy al contrario?
Ma per favore!
Solo rivoltanti giochi di potere, solo indecenza di un ceto politico ignaro – e non da ora – di dignità ed etica pubblica.

 

Stia sereno tuttavia, il vivace ometto: non mancherà chi voglia intitolargli un aeroporto, o finanche un museo - magari proprio il  MAXXI, fresco orfano del suo impettito Mister basetta - anche prima della sua statisticamente ancor lontana dipartita; santo subito, vittima di femmine senza scrupoli, novello Penteo sbranato da dionisiache baccanti lo proclamano già salotti televisivi e giornalistiche lenzuolate; martire e padre della patria lo consacreranno la Grande Fratella e tutto il clownesco cucuzzaro di fasciogoverno.

 

Perché è innegabile, signori: non solo la di lui innovativa impronta culturale verrà ricordata da qui alla posterità [suo, il suggestivo mix cronologico Colombo-Galileo; suo, l’Alighieri indicato come fondatore del pensiero di destra italiano (Dante sta’ buono, dai, non te la prendere, fa’ come dice il tuo Virgilio: “Non ragioniam di lor ma guarda e passa”)].

 

Indimenticabile resterà di lui, soprattutto, l'alacre lavorio per blindare il Ministero, riempirlo di suoi fedelissimi negli uffici strategici onde renderlo funzionale alla propaganda del nuovo corso politico (“patria, nazione modernità” le parole-chiave del suo programma).
A lungo lo si ricorderà, inoltre, per il diluvio di nomine nei fulgidi giorni del suo mandato: quel centinaio di dirigenti presso il suo Ministero; quella decina di direttori di Musei di alto livello (come gli Uffizi e Brera); quella trentina di esperti - nomine firmate fresche un attimo prima delle dimissioni, apperò - per la Commissione selezionatrice dei film cui destinare finanziamenti pubblici (oltre 50 milioni di euro, una cosuccia); quelle nomine di consulenti cadute a pioggia sul suo cerchio magico ministerial-campano.

Stiamo sereni, tuttavia: per un Genny Delon che con una lacrima sul viso dice addio, ecco un cremoso Giuli-basetta che arriva trafelato e contento dal Maxxi: ce l’aveva messo - imprevedibilità dell’umane sorti! - proprio il Sangiuliano amans; di provata fede dio-patria-famiglia e Fiamma tricolore, post-fascista quanto basta, incline a filosofare-senza-laurea a intermittenza, “non distingue un quadro dalla cornice” (copy Dagospia): dunque la persona giusta al posto giusto (tempeste ormonali permettendo).

 

Quanto a noialtri, che dalla balla della nipote di Mubarak consacrata dal voto di un Parlamento servo e genuflesso pensavamo - ingenui! - di aver visto l’infimo livello della politica italiota, noi sì, abbiamo molto per cui piangere  (non ce ne voglia il Sangiuliano illacrimans).

E lo faremo.

Lo faremo per questo ceto politico - con il circo di servitori che gli ruota intorno - che fa strame della Costituzione ogni giorno, che legifera ad esclusiva tutela del privilegio; che dilapida denaro pubblico in armi, plaude alla guerra infinita e ignora i massacri e lo scempio; lo faremo per i migranti affogati a un passo dalla costa (che un indegno ministro ha chiamato “carico residuale”); per le navi umanitarie bloccate da leggi criminali; lo faremo per il diciottenne carbonizzato in un carcere in cui non doveva stare; per i morti di ogni giorno sul lavoro che non avranno giustizia; lo faremo per questo nostro paese satollo, ciecamente arreso agli osceni artèfici del suo declino.

Abbiamo, avremo molto per cui piangere: bombe di lacrime, altro che “una lacrima sul viso”.
 
E ci perdonino le mantidi e le melone e tutte le altre grottesche marionette di questo teatrino di quart'ordine, se guardandole diremo, col grande nostro Giacomino: "Non so se il riso o la pietà prevale".

 

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“Per concludere banalmente, come non si stanca di insegnarci l’antico proverbio, il cieco, credendo di farsi il segno della croce, si ruppe il naso”
(José Saramago, Cecità, 1996)

Sara Di Giuseppe - 9 settembre 2024



 


29/08/24

Ci è (ri)apparsa la Melona!

Ci angustiava non poco, ammettiamolo, la sparizione della Melona in questo scorcio d’agosto; cosicchè la sua nuova epifania sui social mette fine a giorni di profonde ambasce.Ella ci rassicura in video, piglio arguto e stizzosetto: il riposo, la famiglia - non mi dire - l’hanno ricaricata, è pronta ora a distribuir brioches agli entusiasti sudditi.

 

A mani nude, va da sé, affronterà i nemici: tremate migranti delle carrette del mare, l’Albania vi attende nei lager di permanenza e rimpatrio di Shengjin e Gjader; c’è perfino, nel paese delle aquile, la Trattoria Meloni tutta dedicata alla fratelladitaglia, disseminata di foto di tanta madre della patria: nella contemplazione della venerata immagine i feroci migranti troveranno riscatto e redenzione. Nessuno, sia chiaro, s’insospettirà se il ristoratore – di non specchiatissimo curriculum affaristico, proprietario di una flotta di pescherecci e amicone di Rama – dovesse vincere l’appalto per le imbarcazioni da utilizzare nel trasporto migranti…

Quisquilie, bubbole e pinzillacchere, d’altronde, il costo di 650 milioni di euro in 5 anni del protocollo Italia-Albania*.

Sul suolo italico, intanto, innumerevoli sfide attendono la madre della patria, ed ella giammai cederà a fatica e scoramento, sostenuta com'è da valenti ministri e collaboratori che senza sosta s’adoprano notte e dì perché il paese rifulga.

 

E cambiamenti epocali s’annunciano. Nel fondamentale ambito dell’educazione scolastica, intanto, via l’obsoleto nozionismo, i Ministeri della Cultura e dell’Istruzione s’incaricheranno di svecchiare l’apprendimento della Storia e della Geografia; e se Cristoforo Colombo secondo Sangiuliano ha seguito la strada prima tracciata da Galileo, non di madornale anacronismo storico si sarà trattato né di manifestazione di sesquipedale ignoranza: bisognerà invece inquadrare la boiata epocale in un’ottica di fertile, lungimirante innovazione.

 

E ancora: nella Giustizia, il cui ministro lavora con zelo da mesi a picconare il sistema giudiziario - benedetto da Mattarella il firmafacile/firmatutto - la tragedia del sovraffollamento carcerario viene già risolta - con lodevole senso di responsabilità - dai detenuti stessi mediante il suicidio; nei Trasporti, se Salvini ministro a sua insaputa incolpa i turisti stessi per i ritardi,  l'inefficienza e lo sfascio di tutto il settore ferroviario, navale e aereo, chi potrà non convenire che il turismo non è più quello di una volta signora mia, e a quel tempo sì che i treni arrivavano in orario!

Insomma stiano sereni, lorsignori: chi è al timone vuole il nostro bene, e mentre lavora perché il Paese sia più bello e più grande che pria, volge ogni energia a rafforzare l’italica identità inculcando nelle giovani generazioni la nobile idea di patria.

Se ne incaricheranno in ispecie i nuovi programmi di Educazione Civica per le scuole, dai quali i giovani virgulti apprenderanno che il suolo patrio va difeso in armi e a costo della vita da qualsiasi forma di invasione - specie dei feroci popoli del mare - e da malsane mescolanze che mettano a repentaglio i sacri valori e financo i tratti somatici identitari.

  

Imparino, i nostri giovani, che la patria si difende con fucile e moschetto e si plauda dunque con entusiasmo alla fiorente industria bellica nazionale che va sostenuta, rafforzata, paccutamente finanziata con i cospicui stanziamenti già in bilancio e aumentabili ad libitum.


Prendano altresì a modello di lungimiranza e indipendenza tutto il sistema dell’informazione, l’abnegazione con cui giornaloni e salotti tivù si prodigano nell’evangelizzare le masse sul pensiero unico; emulino, essi, la destrezza del sistema nel trattare temi di distrazione di massa (guardare dal buco della serratura di casa Meloni, rimestare nelle ammazzatine [copy Camilleri] della provincetta italica, trasmettere edificanti zuffe tra politici - che  li vedi in tivù e capisci che hanno appena finito di sniffare - ) pur di rassicurarci che tutto va ben madama la marchesa. 

E che in autunno svaniranno come neve al sole i giganteschi problemi del belpaese; che svanirà la barbarie della guerra fomentata, da una parte, e della mattanza tollerata, dall'altra; che svanirà la nostra mortificante - e questa sì, da primato - arretratezza civile, sociale, culturale, economica. 

Sempre che svanisca dal palcoscenico della politica lo scellerato circo di nani e ballerine che il mondo ci invidia.

 

*fonte openpolis


E in mezzo a tutta ‘sta ignoranza è facile da dire

Che è proprio necessario poi…

(…)

Tutto da dimostrare e poi...

Che è vero sì che è vero, vero


Che verrà il giorno che spariranno tutti i rompicoglioni

Io sarò pronto, lì, a parlare con i limoni.


(Enzo Jannacci, Parlare con i limoni, 1987)

 

 

Sara Di Giuseppe - 29 agosto 2024


23/08/24

Woodstock alla Sentina

"( ... )

Bisogna ripartire da qui,
qui c'è Il sacro che ci rimane: 
può essere una chiesa, una capra,
un soffio di vento,
qualcosa
che non sa di questo mondo
né di questo tempo.''

          (Franco Arminio, in "Cedi la strada agli alberi" - 2017) 

= = = = =

    Sono state le Prove Generali per il prossim'anno, lo dicono con giubilo i giornali: 

"Nell'incantevole cornice della Riserva Naturale Sentina, alla presenza di un pubblico delle grandi occasioni [qualunque cosa voglia dire] mercoledì 14 agosto si è tenuto uno degli appuntamenti più importanti e partecipati dell'estate in riviera, l'atteso concerto organizzato dalla Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto. Alle prime luci dell'alba una numerosa flotta di canoe, barche a vela e di ogni genere ha preso il largo diretta al litorale antistante la Torre sul Porto, uno delle rarissime aree sabbiose di tutto l'Adriatico, dove musica canti e balli con scatenati saltarelli hanno coinvolto il pubblico in un gioioso e sfrenato ballo collettivo [apperò]. Momenti di assoluta magia [qualunque cosa voglia dire] per le centinaia di persone presenti. L'evento è stato anche l'occasione per sottolineare l'importanza che l'oasi naturalistica della Riserva Sentina riveste per il territorio piceno e non solo, e per ribadire l'impegno ambientalista dello Lega Navale Italiana per la difesa e la salvaguardia di uno degli ecosistemi costieri di maggiore interesse di tutto l'Adriatico... " [ma non mi dire]. 

    Ma ora basta Prove Generali, siamo pronti. Dal 2025 i compleanni di Woodstock - il prossimo sara il 67°- si festeggeranno qui: "Woodstock alla Sentina" - 3 giorni tutti gli anni a Ferragosto.

Andrà tutto bene, sarà tre volte natale e festa tutto l'anno, e saremo famosi ancora di più, perché:

- lo Spazio è enorme (150 ettari), pianeggiante sul mare e moderatamente ombroso. 
- Facilmente raggiungibile da terra, cielo e mare: il casello A14 a meno di 1 km, la ferrovia (stazione da costruire presto qui, macchè Porto d'Ascoli), la superstrada Ascoli­-mare già con esclusiva rampa d'accesso in Sentina, la ciclovia con ponte sul Tronto (ormai cosa fatta), l'eliporto (ex BredaNardi), l'Aviosuperficie Tronto a 5 km, gli importanti porti di mare di San Benedetto e Giulianova anche per i traghetti dall'altra costa adriatica ... 
- L'antica gloriosa Torre sul Porto (col nuovo orrido bubbone cancerogeno adiacente) può utilmente diventare il luogo di regia e trasmissione di tutti gli eventi pseudoculturali. 
- I 3-4 casolari di campagna, cacciati i contadini occupanti, diventeranno bar, restaurant, pizzerie, negozi, mini centri commerciali, sale-gioco, casinò ... Vuoi mettere?
- I famigerati Cacciatori della Sentina armati di doppiette-infallibili con beccacce e fratini, certo impareranno presto a sparare ad altro -saranno le GAS (Guardie Armate Sentine). Mecojoni!
- Basta con l'agricoltura povera, con le coltivazioni di cavolfiori e broccoli che mandiamo in Texas e California (wow!), con insalate finocchi e melanzane. Ad ovest, meglio le pregiate piantagioni di droghe (leggere-ma-non-troppo).
Parcheggi camper-roulotte saranno al posto giusto, sotto la soprelevata dei loro sogni tra le lamiere e il cemento e il rassicurante frastuono del traffico.
- Grandi spazi esclusivi per la mobilità elettrica (auto, bus, scooter, bici, monopattini, risciò... ricaricabili da pannelli solari galleggianti sul fiume Tronto: saremo i primi al mondo come in tutto il resto).
- Filari di gigantesche pale eoliche (approvate da Sgarbi, ça va sans dire) sulle colline a vista di Colonnella e Monteprandone produrranno l'energia elettrica necessaria ai concerti.
- Edilizia abitativa-turistica-commerciale vicinissima, abbondante e in crescita esponenziale: piatto ricco, acca' nisciun è fess.
- Ah... e un depuratore praticamente incorporato c'è già! Se ne produrrà, di merda... 

    Insomma il percorso è tracciato. Ma bisogna agire subito, ora che finalmente tutti gli Enti Pubblici del territorio (dall'irreprensibile Ente Gestore Riserva Sentina alle amministrazioni comunali e provinciali), tutte le associazioni ambientaliste (dalla LIPU al WWF, da Legamblente al FAI a Italia Nostra), le occhiute Lega Navale, Guardia Costiera e Capitaneria di Porto, il Partito dei VERDI (post Pietro D'Angelo, si capisce), la Regione Marche e tutto il cucuzzaro degli altri partiti sono libidinosamente entusiasti già alle Prove Generali. 

Sì, agire subito: WOODSTOCK ALLA SENTINA è pensato (pensato!) unicamente per il bene della Sentina, che finalmente la smetterà di essere noioso e improduttivo Patrimonio Ambientale
Nazionale. 

Altro che "SE AMORE GUARDA", come dice Tomaso Montanari... 
 
PGC - 3 agosto 2024