07/07/13

Il Cinema ritrovato. Il suono della suspence: Alfred Hitchcock e Bernard Herrmann “letti” da Timothy Brock

L'uomo che sapeva troppo, Psycho, Intrigo internazionale e Vertigo: quattro colonne sonore scritte da Bern Herrmann per Hitch, quattro pagine indimenticabili nella storia della musica da film. Il mini concerto dell'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, prima dei fuochi artificiali tatiani sullo schermo, ha rappresentato la degna conclusione di un Festival che dà alle colonne sonore (restaurate o eseguite dal vivo) un peso quasi pari a quello delle immagini. E se a dirigere il concerto viene chiamato Timothy Brock, che fra tutti è il maggior esecutore di colonne sonore oggi al mondo, il conto è presto fatto e il risultato finale si può dare per scontato: un brivido continuo lungo la schiena (caldo permettendo).
Il Cinema ritrovato aveva già omaggiato Alfred Hitchcock riproponendo la versione restaurata di nove pellicole del periodo muto inglese, ma nella serata finale ha voluto fare e dare di più, e ha proposto quattro vere e proprie sinfonie da film come forse ci è capitato di ascoltare solo in Nino Rota per Federico Fellini. Strano e intenso il rapporto fra il regista inglese e il compositore americano. Strano perché paragonato al cappuccino. “Il latte è il latte e il caffè è il caffè – dice Gian Luca Farinelli – ma insieme, non si sa perché, danno vita al cappuccino che è meglio.” Priva di ogni riferimento a immagini, l'esecuzione dell'Orchestra del Teatro Comunale è esemplare. Chi ha visto i film, riesce perfino a riconoscere le sequenze e, con un po' di fantasia, a vedersele scorrere davanti agli occhi. Chi non ci riesce si annoia, rumoreggia, suona le percussioni fuori dal “recinto” di Piazza Maggiore, indispettisce e irrita più delle zanzare che evidentemente a Bologna, dalle parti della Piazza, non ci sono o, se ci sono, pizzicano altrove. Più da cronisti che da critici (c'è poco da criticare nella perfezione), ci siamo chiesti cosa sia successo, a un certo punto, sul palco dell'orchestra. Abbiamo avuto la fortuna di assistere alle esibizioni di Timothy Brock in altre circostanze e in altri contesti (sempre con Chaplin sullo schermo), e sappiamo che il direttore d'orchestra inglese (di più, di Londra) è persona affabile, dotata di classe sopraffina, estremamente disponibile ed educata. Per cui ci siamo sorpresi quando abbiamo visto Brock quasi sbattere le partiture sul leggio, non lasciare il palco (per poi tornarci) fra le esecuzioni di Intrigo internazionale e Vertigo, non tornare sulla scena per un ultimo, strameritato applauso. E sorpresi esattamente come noi, devono essere rimasti i professori dell'orchestra che lo hanno atteso per qualche minuto; poi, in ordine sparso, come non accade neppure alla fine delle prove, hanno lasciato il palcoscenico quasi fuggendo. Non sappiamo la ragione del comportamento di Timothy Brock. Non sappiamo, ad esempio, se gli sparuti applausi in mezzo ai brani eseguiti senza aspettare la fine, lo abbiano innervosito. Non sappiamo se il silenzio (mancante) nei momenti di “diminuendo”, lo abbia maldisposto. Non sappiamo se le percussioni che hanno continuato a imperversare, pur se in lontananza, per tutta la durata del concerto, lo abbiano a un certo punto stancato. Quello che è certo, è che il Timothy Brock del concerto finale del Cinema ritrovato non è il maestro che conosciamo, al quale la famiglia Chaplin ha affidato il restauro e l'arrangiamento orchestrale delle colonne sonore dei film di Charlot. Non è il Timothy Brock delle riesecuzioni dei film di Carl Theodor Dreyer. Non è il “Sir” famoso nel mondo per la sensibilità maniacale da cinefilo puro. Il pubblico, freddino in verità, non lo ha certamente aiutato. Chissà, forse con qualche immagine sullo schermo...


Massimo Consorti

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