31/07/14

XTERRA Triathlon off-road* a Scanno: come l'Abruzzo. Cronaca di un evento con note di colore

Sono come l’Abruzzo, gli atleti di questo XTerra Triathlon off-road a Scanno: tosti e allegri, spigolosi e infaticabili, scanzonati e saggi. Vengono da ogni paese d’Europa ma oggi somigliano tutti a questa mia terra aspra, “così bella quando è bella”, quei corpi infangati sono come altorilievi sbalzati sulle rocce a precipizio, rispecchiati nel verde intenso dei pendii boscosi.
La gara è di quelle ruvide, sia nella versione “Full” che nella parallela “Lite”: un off-road che alla nuotata (fredda!) nel lago - una passeggiata, pensando a quello che ci sarà dopo - unisce l’inerpicata in mountain bike su percorsi labirintici, e poi la corsa in saliscendi per chilometri su altrettanto scoscesi sentieri e strade che al confronto le grandi maratone cittadine sono mollezze sibaritiche.

30/07/14

Scommessa con se stessa e la fatica che diventa poesia


NON SENTO LA PIOGGIA

Non sento la pioggia
forse neanche una goccia
voglio entrare, mi dico,
vedi, a riva, che tifo?
Sarà un lampo, là dentro
e son già in zona cambio
la mia Cube come amica
già mi butto in salita
sarà fango e fatica
la discesa è una sfida
ma li affronto ridendo
sarà questo l’incanto?
Divertita rifletto
qua ci vuole un elmetto!
Voci e sguardi d’intesa
cari amici, che impresa!
Devo correre, adesso,
tocca avere un bel passo
dai, Grissina, è un successo,
non puoi cedere adesso!
Finalmente concludo…
... ecco arriva un aiuto
una mano mi spinge…
grazie Andrea…dai, si vince!
Non trofei, né lusinghe
qua mi basta un bel “cinque”!
Un abbraccio straniero
rende il tutto più vero
Con gli amici più grandi
che mi fan complimenti,
io rimango infangata
anche un po’ frastornata
sono stati al mio fianco,
li ho pensati, nel fango….
Forse rido, che faccia….
ma….Non sento la pioggia

by Cristina

29/07/14

Alessandro Bergonzoni e Massimo Arcangeli al Futura Festival: “Come sei messo, ad anima?”

Il Bergonzoni che apre la sezione di Futura Festival dedicata alla parola - “Les Mots et les Choses il titolo, significativamente mutuato da Foucault - è ancora una volta lo straripante funambolo della parola che i più conoscono: ma è anche molto altro. Oggi, le parole che il linguista Arcangeli gli porge costruendovi intorno prudenti domande, lui le afferra e le trasforma in cose, oggetti pesanti e pensanti: e il gioco semantico è solo iniziale esercizio di riscaldamento (“mi rivolgo spesso alle mie gambe perché non si sentano arti inferiori”) che prepara il tuffo nelle acque profonde dell’esistenza e della coscienza, dell’etica e dell’impegno, della realtà e del futuro; in quel “voto di vastità” che, esso solo, può segnare il passaggio dal ruolo di spettatori a quello di attori di se stessi e della realtà.

24/07/14

Mask - Studio sulla maschera. L'Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” al Festival dei Due Mondi

Lo scorso anno, a Spoleto, erano “bravi da matti”: figure (maschere) che nei Giardini della Casina dell’Ippocastano raccontavano ciascuno, al pubblico itinerante, la propria stralunata follia. Oggi, per la seconda edizione di European Young Theatre, eccoli ancora a Spoleto: stessa scuola - l’Accademia Silvio D’Amico - altri allievi (I° anno del Corso di Recitazione) con un riconoscibilissimo “marchio di fabbrica”; e che siano pazzescamente bravi anche loro è evidente da subito.

18/07/14

Eleonora Abbagnato e le Stelle dell’Opéra di Parigi al Civitanova Danza 2014. “Qualcosa di alto”

In the Middle Somewhat Elevated” (poco traducibile, ma più o meno “Al centro, qualcosa di alto”) è forse uno dei passaggi più belli della serata, coreografia di William Forsythe, sulle ossessive martellanti note di Thom Willems. Ma “Qualcosa di alto” è anche metafora di questa sera di danza - e che danza - al Teatro Rossini: mostri sacri della coreografia internazionale (Béjart e Forsythe, Nureyev e Petit, Preljocaj e Stevenson), e interpreti che danno corpo all’idea di perfezione, stelle dell’Opéra di Parigi ed Eleonora Abbagnato su tutte, raro amalgama di rigore formale, intensità espressiva e travolgente seduzione.

Canto diurno (Jazz) di un pastore rumeno d'Abruzzo


Incrocio il gregge (che è titubante se attraversare o no la strada) mentre Radio3 manda Coleman in quartetto. Precedenza alle pecore, ovvio. Quindi accosto, abbasso i finestrini, spengo il motore. E vorrei scendere, ma Coleman stesso dapprima me lo impedisce. Un’incisione forse del ’60 (vagamente country) con Charlie Hadel al contrabbasso, nel super-silenzio musicale della maestosa conca di Campo Imperatore, quando mi ricapita…

13/07/14

Il “SOGNO” di Tim Robbins. Shakespeare al Festival dei Due Mondi di Spoleto

"Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti
i sogni , e la nostra vita è circondata dal sonno"
W.Shakespeare

Nostro articolo. Curioso effetto, riemergere al prepotente sole di luglio, al silenzio assorto del chiostro di San Nicolò, alla calura che pietrifica il primo pomeriggio: per quasi tre ore il “Sogno” ci ha posseduti, tra le ombre e le maschere di questo Teatro che già fu chiesa trecentesca e centro culturale che Lutero visitò ammirato e dove oggi il genio shakespeariano incontra una regia di genio.

09/07/14

PGC e la moda: chiude l’ultimo sarto. “Mi dispiace per il vicinato”

Dopo 53 anni, Peppe “lu sartore” chiude il suo piccolo laboratorio. Dietro alla serranda a maglie, sulla vetrina grigia di alluminio anodizzato - così usava nel ’61 - c’è già il cartello AFFITTASI. Dentro, ormai, solo un tavolo da lavoro semi-smontato, la fida macchina per cucire G.M. “PFAFF”AG – Kaiserslautern dell’antico concessionario E.Capriotti (Radio – Elettrodomestici) chiusa nel suo severo mobile di legno, la ultra centenaria “mezzaluna” per modellare, 23 cm di raggio, di noce (ereditata dalla figlia di un vecchio sarto) e questo vissutissimo calendario perpetuo, con la data definitiva. Quando lo stacca dal muro per regalarmelo, Peppe ha gli occhi lucidi dentro.
Chiude l’ultimo sarto della città. “Veramente ne resta un altro, ma fa solo abiti da ballo. A Grottammare, invece, ce n’è ancora uno”. Ma la tristezza è che scompare un mestiere paziente. Un sarto (al maschile, le sarte sono diverse) è - era - come un medico, come un professore, come un geometra.

01/07/14

Cobra do Brasil. Gabriele Mirabassi e Roberto Taufic alla festa di Radio3 di Perugia.

È che il Mirabassi lo chiamano “il Cobra” - come dice Valerio Corzani, per via di quegli avviluppanti guizzi mentre suona - mentre Taufic è brasiliano. Spiegato il titolo. Mi si dirà che i cobra-serpenti bazzicano poco il Brasile preferendo l’Asia e l’Africa. D’accordo, questo infatti è un esemplare unico (e per niente velenoso, anzi) della specie cobra-musicista, che ama i sambisti, i tropicalisti, i bossanovisti, Caetano Veloso ed Elsa Soares, i gemelli Santoro violoncellisti, la musica del mitico Nord-Est, quelli del giardino botanico di Rio, quei pazzi (del Sud mi pare) che con le chitarre suonano Bach alla brasiliana…