16/01/23

Un VUOTO di nome "Ballarin"

 

San Benedetto. Questione Ballarin.

Niente premessa, non serve. Ma se qualcuno ha avuto notizia del Consiglio Comunale Aperto dell’altro ieri, o se per sfortuna ci è andato, capirà.


La sostanza è che, pericolosamente e di fretta, ci si imbarca in un “progetto di riqualificazione” assurdo, costoso, estraneo e vanitoso. Morbidamente arrogante, inutile e sciapo. Archistar Canali non c’entra, l’hanno chiamato, pregato, pagato, lui fa il suo ammirato lavoro, firma incassa e se ne va. 


Solo che ci lascerà un Ballarin peggiorato, farcito di optionals zuccherosi e fuorvianti, alla moda o di tendenza, ma al confine con la presa per il culo: il laghetto a sogliola specchiante, le cascatelle e il ruscelletto “longitudinale”, essù! E le rampicose pianticelle a mascherare d’eleganza il vecchio scheletro di cemento della curva sud che continuerà a fare da “tappo”? e le gobbe sul prato collegate da stradine pavimentate? e la siepe di piante strane? e il campetto di bocce? Con l’immancabile baretto (che si sa cosa diventerà)…  Ma dài…


A me pare una boiata pazzesca, e non credo di essere il solo. Mancano perfino le parole, per spiegare la desolazione. Dico solo che così il “nostro” Ballarin sparisce per sempre, anche nel senso del ricordo. Diventerà uno spazio ibrido, che per accontentare tutti non accontenterà nessuno. Mentre noi diventeremo più poveri, in tutti i sensi. 

     Quindi io dico fermiamoci. FERMIAMOCI! Fermiamoci coi progetti, a cominciare da questo. Abbiamo ancora la possibilità di non sbagliare, ma anche di fare la cosa giusta: lasciare VUOTO il Ballarin. Proprio VUOTO, senza niente. Intorno si abbatta tutto il brutto, le tribune nord, sud, est e pure il novello Muro del Pianto. Resti solo l’antico rettangolo verde, libero, vuoto e pulito, per camminarci, pensare, guardare lontano e basta. Non per gli sport, non per concerti, feste, fiere, giochi per bambini, messe papali…

San Benedetto è ormai fuori controllo: per la disordinata edilizia, le strade strozzate, le piazze violentate, il traffico assassino, l’esagerata concentrazione abitativa, i servizi assenti o scadenti… vogliamo riempire anche l’ultimo vuoto? I vuoti urbani sono indispensabili alla vita, per disintossicarsi. Chi non li ha dovrebbe inventarli. 

Noi che ne abbiamo ancora uno, non sprechiamolo, preserviamolo. L’unico modo per farlo è lasciarlo così. Meravigliosamente VUOTO. Altro che vuoto-a-perdere.

 

PGC - 15 gennaio 2023

11/01/23

 

Alì dagli Occhi Azzurri

uno dei tanti figli di figli,

scenderà da Algeri, su navi

a vela e a remi. Saranno

con lui migliaia di uomini

coi corpicini e gli occhi

di poveri cani dei padri

sulle barche varate nei Regni della Fame.


(P.P. Pasolini, Profezia)

 

 

Un porto sicuro non è la Terra Promessa, intendiamoci. Che poi è meglio non nominarla, non sia mai che ai nostalgici governanti e governatori fascioleghisti-fratelliditaglia gli parte l’embolo e gli vengono strane idee, anche se di storia hanno malamente letto forse il bignamino per gli esami.

Insomma: hanno varato sto po’ po’ di Decreto Immigrati, che al confronto le leggi del Regno di Sardegna durante la Restaurazione per respingere i “non-regnicoli” erano un faro di accoglienza e liberalità. 

 

Decreto in contrasto con la normativa internazionale: con la Convenzioni di Ginevra, di Amburgo, del Diritto del Mare, di Dublino, con l’art.10 della Costituzione e via contrastando.

 

Norme di rara scempiaggine come quelle contenute in questa Magna Charta de noantri - divieto di soccorsi multipli, richiesta di asilo già a bordo e via cretineggiando; pene “pazzamente esorbitanti” (copyright Manzoni, tanto la storia è sempre uguale) per le navi che trasgrediscono; obbligo di raggiungere porti anche molto lontani… - possono avere un solo obiettivo: scoraggiare il salvataggio di vite umane in mare

 

E anche, come argomentano fondatamente le organizzazioni umanitarie Open Arms, Emergency ecc., “coprire le inconfutabili  violazioni dei diritti che si compiono in mare, con la complicità dell’Europa”.

 

Meraviglia, anzi no, che Mattarella - sempre immeritatamente incensato a inginocchiatoi unificati, arduo capire perchè - abbia firmato una simile porcata (come altre). Non sappiamo se abbia alzato un sopracciglio, né se si sia vergognato un po’ guardandosi allo specchio. 

Ma lo sappiamo: un presidente “deve” firmare ciò che gli arriva, se non ha profili di incostituzionalità e se riveste effettivi caratteri d’urgenza e necessità. 

 

Il Santosubito poteva però rifiutarsi di firmare la porcata perché olezzava lontano un miglio di cadaveri affogati. 

Poteva intervenire, pure, con messaggio informale sul governo esercitando la doverosa moral suasion che è nelle sue prerogative, pur sapendo di rivolgersi a un governo di citrulli e citrulle affetti da analfabetismo morale e civile. 

 

Niente. Firmato, si pubblichi , amen.

 

Ed ecco i porti, alleluja brava gente, per i fortunati turisti dei barconi! Ecco il “porto sicuro”, la Terra Promessa! 

A quattro giorni di perigliosa navigazione dalle coste sicule (come il porto di Ravenna e il porto d’Ancona, proprio ‘sti giorni). 

Così meno ne arrivano meglio è.

 

Un decreto ammazza-migranti in piena regola, insomma, come se ne vedono pochi in questa pur indecente Europa. 

A braccetto coi muri di Trump e di Orban, perché bisogna sempre seguire i buoni esempi.

 

Sarà per questo che vorrei tanto buttare Piantedosi in mare. Non in estate. Adesso, quando è in burrasca. Così, “per (fargli) vedere di nascosto l’effetto che fa”.

 

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“Per lo Stato piemontese […] rientravano nel novero dei «nemici stranieri» non solo i delinquenti accertati, ma anche i poveri e gli improduttivi (compresi i venditori ambulanti, accusati di vivere di espedienti e sfruttare la credulità popolare), perché la loro incapacità di apportare un contributo al benessere collettivo era avvertita come una rilevante minaccia per gli interessi del paese”.

(Paolo Rondini - HISTORIA ET IUS – Rivista di storia giuridica dell’età medievale e moderna - 1 giugno 2021)

 

Sara Di Giuseppe - 11 gennaio 2023