10/10/13

Alice Munro e il "premio dei premi". I racconti brevi di UT: piccoli, silenziosi Nobel

Quando l'attesissimo conferimento del Nobel 2013 alla Letteratura poco fa ha avuto un nome, ho pensato a un basket di sorrisi spontanei.
Quello della vincitrice prima di tutto. Lei Alice Munro, canadese, classe 1931, avrà sorriso ascoltando il messaggio in segreteria. Nessuno l'ha trovata oggi, prima dell'annuncio ufficiale, questa bellissima signora dai capelli corti, canuti, tenuti a bada dal vezzo originale di un cerchietto nero.
Alice dagli occhi indagatori che emettono frizzanti bollicine di genialità condensata. Alice emersa dalla profondità della sua ricerca durata una vita, ha percorso una lunga strada letteraria scegliendo la forma del racconto breve. Difficile senza dubbio la sintesi, misurare le parole, sgocciolarle dal superfluo, trovare l'assoluto nel "poco", questo il suo fare che narra la vita di ragazze, donne, gente, sia nel contesto familiare che nella vita sociale. Dolori intimi e dilemmi allargati. Essenziali. Un sorriso di gratitudine spunterà sulle labbra di molti lettori speriamo anche nuovi, prossimamente per lei, sugli scaffali di ogni libreria vera o virtuale che sia.
E un sorriso autentico, immensamente grato è volato oggi a UT, la preziosa rivista colorata di quella minuscola cittadina del mondo che è San Benedetto del Tronto, dove da anni opera un direttore un po' strano, Massimo Consorti, che del racconto breve ne ha fatto la linea editoriale principe. Senza nulla togliere alle altre forme d'arte e cultura della rivista, ho compreso la scelta ardua, alternativa, compiuta in totale prezioso understatement. Quando uno ci crede, va contro tutte le correnti, le mode del momento. Sei anni fa la "moda" l'ha creata lui, il nostro Max, e qualcuno se ne accorgerà, finalmente. Il racconto breve assurto a Letteratura con la elle maiuscola. Quando la carta a disposizione è una plaquette e si vuol tenere dentro un gruppo, e non solo un unicum, non si chiamano in soccorso Alice Munro, Raimond Carver, Giorgio Scerbanenco. Si procede convinti nelle stravaganti scelte solitarie, quelle che un giorno s'innalzano a valore di Nobel. Gli uttiani sorridono.

Michaela Menestrina

Nessun commento:

Posta un commento