05/04/13

Edmond Schmidt “live”. Buonissima la prima al Breaklive di Ascoli Piceno.


Ci eravamo lasciati così: “Ascoltatelo e ne riparliamo”. Lo abbiamo fatto. Dal vivo. Curiosi ci chiedevamo come fosse la versione live di Upping the Ante, il nuovo album di Edmond Schmidt. E se lo chiedeva anche lui dal momento che, come ci ha raccontato, le prove per il concerto sono state pochissime e spesso finite “a tarallucci e vino”, più vino che tarallucci. Se così non fosse, non sarebbe Ed che indipendente lo è davvero, in tutto.
Il fatto è che stasera Ed Schmidt e i suoi, erano per la prima volta insieme sul palco (eccezion fatta per quanto riguarda i due strumenti che lo accompagnano da tempo: la solida chitarra e chitarra basso, di Sergio Frattari e la carezzevole ritmica della batteria di Dino Pulcini). Una memorabile prima volta. In un perfetto gioco di regia si sono alternati sul palco accanto a Ed, Eugenia Di Bonaventura
che col suo violoncello ha evocato profondità di abissi marini e pathos, Fabio Emidio Zeppilli incisivo nei suoi interventi quasi jazzistici al sax, e la voce calda di Romana Stella, perfetto contrappunto alla voce chiara di “Eddie”.
E nell'alternarsi degli strumenti mutavano le suggestioni, le fantasie, le sensazioni che musica e testi delle canzoni hanno creato. Piccole perle fatte di vento e di addii, di tempo e disagi, di vita e ribellione, di ragioni e dubbi. Grandi doni che questo cantautore fa di sé, della vita di un viaggiatore che dopo tanti anni di musica suonata nelle strade del mondo, si è fermato solo fisicamente, ma artisticamente continua imperterrito, da esploratore di Poli sconosciuti, il suo viaggio alla ricerca di quelle piccole cose attraverso le quali comprendere le grandi.
Ed Schmidt ha passato in rassegna quasi tutto il nuovo album, è mancata She Was a Woman che canterà dal vivo a solo a settembre, quando lo raggiungerà in Italia, Bella Nugent che del brano, oltre che splendida voce solista, è anche autrice. Per il resto ci sono state tutte, le canzoni di Upping the Ante. E ci sono state soprattutto le canzoni che avevano colpito parecchi di noi al primo ascolto: Up the Wall e No Time at All. E ha proposto, con la sua band di base, che quindi non necessita di prove sfibranti, anche It's a Law, Reason and Doubts e soprattutto Freedom con cui ha aperto il concerto. Bella, struggente come sempre, forse di più, una canzone che chi ha ascoltato il secondo album di Ed Schmidt, non può non portarsi nel cuore, quella Sometimes che in parecchi hanno cantato insieme al suo autore.
È stato facile stasera commuoversi, pensare a cose importanti, alla politica, alle guerre, ai disagi e subito dopo sperare, rallegrarsi e anche farsi coinvolgere dai ritmi serrati di alcuni pezzi, quelli che ti fanno tenere il tempo con il battito di mani e ti stampano il sorriso ebete in faccia. Io ce lo avevo.

Manuela Angelini

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