24/04/13

Appunti da Londra. Tra la English way e Paul Weller dei Jam (ascoltato dal vivo)

Da quando viaggio da sola, ho spesso scelto come méta Londra, non solo una metropoli ma un piccolo universo a se stante, completamente diverso dalle altre città inglesi ma allo stesso tempo legato alla nostalgica tradizione britannica che tra tutte è la più cosmopolita che esista.
La ricchezza di Londra risiede nella strabiliante capacità di assorbire le culture dei suoi abitanti e adattarle in un “English way”. In questo modo, quella che potrebbe risultare un'accozzaglia disomogenea di etnie, diventa una splendida armonia di sapori, colori e suoni. Una cosa che mi diverte a Londra, è girare un quartiere, uno solo al giorno, e immergermi in quel luogo diventando una persona diversa. Così indosso scarpe classiche e Barbour per visitare Chelsea, fermandomi a prendere un afternoon tea in locali dai nomi altisonanti e molto eleganti, e ascoltando la tipica parlata di chi vive nel Royal Borough of Kensington and Chelsea. La sobria eleganza di questo posto, si rispecchia negli splendidi negozi di antiquariato che espongono nelle vetrine quanto di più bello l’artigianato mondiale abbia mai creato.


Si cambia inevitabilmente stile per immergersi nella East London, indossando delle scomodissime Creepers con chiodo di pelle, in questo modo mi sento meno aliena in uno dei quartieri più giovani e creativi d’Europa. E’ nelle stradine parallele a Brick Lane che si possono vedere i più strani tagli di capelli ascoltando lingue sconosciute e lontane, insieme al tipico accento inglese di questa zona, il Cockey, uno slang che apparteneva alla classe proletaria e che oggi è diffuso tra i giovani e meno giovani frequentatori di pub inglesi. La ragione per cui ho sempre amato trascorrere il mio tempo a Londra è la sua capacità di stupirmi ogni volta. La sensazione che provo tutte le mattine quando mi sveglio nella grande capitale britannica è quella di sentire che qualcosa di bello accadrà; ed è sempre stato così.
Mi accade così di passeggiare per Brick Lane passando tra i locali indiani che odorano di chai-tea, i piccoli bistrot gestiti da vecchi hippie che attirano una gran quantità di clienti bizzarri e imbattermi in un concerto acustico gratuito del grande leader dei Jam: Paul Weller. Una notizia del genere in Italia sembrerebbe assurda, un evento di questa portata richiederebbe uno spazio adatto, quindi dei biglietti molto costosi, file interminabili ai baracchini. Molti, inoltre, avrebbero la possibilità di sedere gratuitamente in prima fila godendo del privilegio di essere un rappresentante pubblico.
Qui, invece, non funziona così.
Sir Paul, come viene chiamato dai suoi fan, è fiero di esibirsi gratuitamente in uno storico negozio inglese di “record” e compact disc. Tutto si svolge con molta calma e serenità. Faccio una fila civile per prendere il mio biglietto e poi sono lì, in un ambiente che sa di Rock and Roll, a due metri di distanza da un grande nome della cultura Mod inglese. L’energia di Paul Weller non è svanita in questi quarant’anni. Ad accompagnarlo ci sono tre giovani musicisti inglesi, evidentemente emozionati di poter suonare con il Maestro e che insieme a lui ci accompagnano in una bellissima ora di vera musica dal vivo. Oltre al repertorio classico di Sir Paul come la bellissima Birthday vengono intonati pezzi classici della musica rock mondiale, ritmi blues come “Down in Missisippi” che entusiasmano gli ascoltatori.
Sono le nove di sera e l’evento è terminato, in pochi minuti la folla inebriata di musica esce dal piccolo negozio di dischi e si dilegua nel traffico cittadino. Ma la notte è ancora giovane. C’è tempo per perdersi di nuovo tra le strade di Londra e imbattersi in un altro momento magico.

Gaia Taffoni

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