27/07/25

D’ACQUA E DI NUVOLE

foto Amat

 
CIVITANOVADANZA FESTIVAL 2025
 
SEASONS
OLTRE LE STAGIONI
 
Kataklò Athletic Dance Theater
 
Musiche  A.Vivaldi – Max Richter
 
Fermo - Villa Vitali
23.7.’25 

 

 
 
Il nostro corpo è d’acqua,
di nuvole fra poco*

 
Aria e nuvole, acqua e venti, armonie e dissonanze: tutta la luminosa bellezza, i chiaroscuri e i contrasti del sontuoso spettacolo che chiamiamo Natura sono evocati su questo palco; qui la danza ricrea il reale, reinventa codici e linguaggi del mondo animale e vegetale solo apparentemente misteriosi; qui la musica ruba suoni alla terra e all’aria, e l’alfabeto della danza si fonde intimamente col vigore delle note vivaldiane, coi paesaggi emotivi della contemporanea e innovativa maestria di Richter.

Di quel tempio che è la Natura, dove l’uomo tra foreste di simboli s’avanza, è la danza coi suoi arabeschi di movimento ad evocare la parabola esistenziale, a estrarne gli elementi simbolici - la lotta per la sopravvivenza, i cicli vitali, l’avvicendarsi delle stagioni – e a farsi contemporaneamente metamorfosi, ricavando  dalla natura forme e suggestioni che appaiono misteriose solo perché distanti, nella loro perfetta sapienza, dall’arrogante imperfezione umana. 
Dall’onomatopea fino alle armonie di Richter, alle cattedrali di note del genio vivaldiano, il tessuto sonoro - parte attiva della narrazione - ne approfondisce la portata emotiva, si amalgama alle soluzioni visive e acustiche, alle ipnotiche creazioni scenografiche: continuo ne è il fluire che incastona e modella nella danza microcosmi aerei, terrestri, acquatici di cui l’umano è parte pur nella sua non sempre consapevole finitezza.

  

Fisicità degli interpreti, straordinario atletismo, energia dei corpi che è leggerezza apparentemente ignara di gravità, nitore classico unito a geometrico rigore del singolo movimento: un amalgama che nelle forme dell'arte ricrea la perfezione delle leggi naturali, il sortilegio che intimamente lega queste all’intelligenza dei comportamenti animali.
Gli interpreti, disegnando la scena in ritmi ora convulsi ora distesi, in continuo disarticolarsi e ricomporsi, evocano la suggestione di comportamenti sociali - così  del mondo animale come di quello vegetale - tanto organizzati e sofisticati da bastare a rovesciare ogni nostro specismo e presunzione di superiorità.
Nell’armonia che interconnette profondamente ogni singolo elemento del mondo naturale, solo nostro è infatti il limite che impedisce spesso di cogliere ciò che la natura ci porge: quando lo facciamo, è quasi percezione di un che di magico, o forse è solo nostalgia di una perfezione che è negata all’umano.

 

Difficile, al termine, tornare a vedere i giovani straordinari interpreti come uomini e donne reali, dopo tanto visionario “viaggiare”. 
Ci pensano loro, a ridarci appigli e concretezza: danzando il finale sulle note di un ammaliante Sting e dei campi d'oro del suo Fields of Gold, ricambiando l’entusiasmo del pubblico con scanzonata allegria, salutandoci con gioiosa freschezza. Quasi abbiano solo giocato divertendosi, e non illuminato di bellezza, d'incanto e di sicura eccellente professionalità questo nostro spazio, stasera.


*(Franco .Arminio, in Cedi la strada agli alberi)
 

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