17/07/22

La Sentina rapita

Trafugata di nascosto, resta la targa

      Non risulta che la Sentina* fosse “contesa”, come la secchia modenese. Vero che la poveretta da decenni è costretta a subire le invasioni barbariche di palazzinari, immobiliaristi, scaricatori di rifiuti, turisti cafoni e cacciatori; del mare cattivo che ne morde con implacabile regolarità la riva; dei politici e degli amministratori che con ignoranza la spezzettano per farne pacchi-regalo. 

Ma almeno la sua sede istituzionale al centro di San Benedetto sembrava sicura. Lì cominciavano a conoscerla anche i cittadini pigri. Anzi, la nostra Sentina stava diventando simpatica, familiare, amica. Non come una volta, quando era considerata landa di confine inospitale e inutile, quasi pericolosa.

      Sicura sticazzi! Testimoni oculari diversamente attendibili giurano di aver visto, nottetempo, il portone dell'ex Comune spalancato e il trio della banda Bassotti-Spazzafumo che caricava scatoloni, carteggi e mercanzie da ufficio su dei banchi-a-rotelle [sì, quelli ordinati dalle scuole e poi rifiutati]. 

Poi, legavano i banchi-a-rotelle uno all’altro come il trenino dei bimbi del lungomare e li spingevano faticosamente per via Crispi, via Curzi e viale De Gasperi fino al Nuovo Comune, quell’orrido periferico monolite dai vetri zozzi. 
Trovato il portone anodizzato puntualmente socchiuso ma l’ascensore bloccato, trascinavano i banchi-a-rotelle (con la Sentina dentro) su per le scale fino al 3° piano, ammucchiandoli poi in una stanza di risulta. La nuova sede istituzionale della Sentina. Ma la targa l’avevano dimenticata in piazza Battisti e lì sta. Ladri dilettanti. Finito il lavoro, il trio della banda Bassotti-Spazzafumo è andato al Caffè Soriano e ha ordinato 3 cedrate. Tassoni, ovviamente.


      P.S. Lo so, questa storia eroicomica andava scritta in ottave, ma non ho la cultura del giornalista.

 

      *La Riserva Naturale Regionale SENTINA è quella piccola ma grande area protetta costiera tra Marche e Abruzzo (Comune di S. Benedetto Tr.) di grande valenza ambientale istituita con fatica grazie ai Verdi (di prima generazione) e alcune associazioni ambientaliste. 180 ettari, ora ridotti quasi alla metà. La sua sede nell’ex Palazzo Comunale è (era) diventata un punto di riferimento per la conoscenza e la scoperta delle preziose particolarità di quel territorio umido, caratteristico per l’avifauna migratoria e per l’ostinata presenza di certa flora altrove scomparsa.


PGC - 16 luglio 2022  




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