28/01/22

QUIRINALIADI ovvero CARNEVALE ROMANO

 Illustrazione E.Ponzi


“Oltre” Saramago.                                                                                                                       
 
Se i nostri politici usassero leggere (così pure i giornalisti, questuanti pronti a planare sul primo signor nessuno “grande elettore” che si offre ai microfoni e spara scemenze), troverebbero sinistre affinità tra l’indegno spettacolo offerto in questi giorni al paese (non che in tempi normali vada meglio) e quanto accade nel Saggio sulla lucidità di José Saramagoromanzo che sembra scritto oggi. 
Tuttavia neppure la lettura li salverebbe dal produrre sguaiatamente il peggio di sé, né dal presentare - indecenti essi stessi - candidati indecenti: in questo sono “oltre” Saramago.
 
Ma vogliamo aiutarli, hai visto mai che un sussulto di vergogna li sfiori, specchiandosi in questa narrazione:
   
 *  … I commentatori che nelle varie televisioni seguivano il processo elettorale, facendo congetture in mancanza di dati certi di valutazione, deducendo dal volo e dal canto degli uccelli la volontà degli dei, lamentando che non sia più autorizzato il sacrificio degli animali per decifrare dalle loro viscere ancora palpitanti i segreti del cronos e del fato, si destarono improvvisamente dal torpore in cui le prospettive più cupe dello scrutinio li avevano fatti precipitare e, certamente perché gli sembrava indegno della loro educativa missione sprecare tempo a discutere di coincidenze, si avventarono come lupi sullo straordinario esempio di civismo che i “grandi elettori” stavano dando al paese in quel momento.

[…]

Quanto ai partiti in lizza, essi resero pubbliche dichiarazioni gratulatorie nelle quali, fra altre beltà stilistiche si affermava che la democrazia godeva buona salute. Sempre in termini simili, punto più virgola meno, si espressero anche, con la bandiera appesa dietro, prima il capo dello stato nel suo palazzo e, dopo, il primo ministro nel suo palazzotto.
C’era la chiara coscienza che si stava vivendo un momento storico unico.

[…]

Era passata la mezzanotte quando lo scrutinio terminò.
I voti validi non arrivavano al venticinque per cento, distribuiti fra il partito di destra (13%), il partito di mezzo (9%), e il partito di sinistra (2,5 %). 
Pochissimi i voti nulli, pochissime le astensioni. 
Tutte le altre schede, più del settanta per cento del totale, erano BIANCHE.

[…]

Lo sconcerto, la stupefazione, ma anche lo scherno e il sarcasmo, spazzarono il paese da un capo all’altro, indirizzati a quei partiti che avevano cominciato a giocare con le schede bianche come se fossero una vigna da vendemmiare e loro i vendemmiatori; ai giornali e agli altri mezzi di comunicazione sociale per la facilità con cui passano dagli applausi del campidoglio alle precipitazioni dalla rupe tarpea, come se non fossero essi stessi una parte attiva nella preparazione dei disastri.

[…]

Sotto l’agitazione politica si coglie l’inquietudine. Che succederà quando l’elezione sarà ripetuta, è questa la domanda che si pongono tutti  a bassa voce, per non svegliare il can che dorme. C’è chi ritiene che sia meglio non conficcare la bacchetta nelle costole della bestia, lasciare le cose come stanno, il p.d.d. al governo e far finta che non sia accaduto niente, immaginare per esempio che nella capitale sia stato dichiarato lo stato d’eccezione e che di conseguenza siano sospese le garanzie costituzionali e, trascorso un po’ di tempo, quando il nefasto accaduto sarà entrato nella lista dei trascorsi dimenticati, allora sì, approntare nuove elezioni, iniziando con una ben studiata campagna elettorale, ricca di giuramenti e promesse, e intanto cercare di prevenire con tutti i mezzi, senza storcere il naso davanti a qualche piccola e media illegalità, il ripetersi di un fenomeno che ha già meritato da uno stimatissimo specialista in queste materie la dura classificazione di teratologia politico-sociale. 
Ce n’è anche di quelli che esprimono un’opinione diversa, che le leggi sono sacre, che quello che è scritto deve essere rispettato, dolga a chi dolga, e se imbocchiamo il sentiero dei sotterfugi e la scorciatoia degli intrallazzi sotto banco, andremo diritti filati al caos e alla dissoluzione delle coscienze. Insomma, se la legge determina che le votazioni debbano essere ripetute, dunque che si ripetano la prossima domenica, e sia quello che dio vuole, che ci sta apposta.

 […]

La sera, il primo ministro è andato in televisione ad annunciare al popolo che in accordo con norme vigenti, le votazioni si sarebbero ripetute domenica prossima e ha aggiunto, dando al sembiante un’espressione di gravità e accentuando intenzionalmente le sillabe forti, che confida nella dignità e decoro con cui si è sempre votato in passato.
Il messaggio del capo dello stato è stato rinviato invece a chiusura della campagna, ma la frase che dovrà concluderlo è già stata scelta: 
Domenica (venerdì?), cari compatrioti, sarà una bella giornata.
 
 *quasi saccheggio da:     José Saramago - Saggio sula lucidità, 2004
                                                              ed.Feltrinelli  - trad.R.Desti


Sara Di Giuseppe - 28 gennaio 2022

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