26/10/21

CHRISTO SI E’ FERMATO (pure) A CUPRA

        In tanti luoghi CHRISTO si è fermato a impacchettare di immensi teli bianchi monumenti, ponti, palazzi. In tutto il mondo. Miracolosamente continua anche adesso che è morto, coi suoi discepoli a terminare l’imponente fasciatura-con-drappeggi niente meno che dell’Arco di Trionfo di Parigi, come lui voleva.
Sarà un evento chiacchierato ma sicuramente redditizio, come sempre. CHRISTO funziona, credeteci. Dove si ferma lascia il segno, se ne parlerà per secoli, usciranno libri grossi come vangeli, la LAND ART l’ha creata lui. Anche se di norma le sue opere sono a tempo, durano poco, qualche mese e poi per incanto ZAC spariscono: tutto torna come prima, non è successo niente. Ma ne resta l’immaginario, per sempre.

Ovvio, perciò, che tutti vorrebbero CHRISTO: città, paesi, ogni luogo del mondo. Mica è facile. Non è che lo chiami e lui viene, si ferma, compie il prodigio, lo paghi e ciao. Lui riceve una visione e poi decide da solo, è autonomo, non sente nessuno, neanche il Padre. E’ pure tanto buono, paga tutto di sua tasca.
Eppure anche Lui ha (aveva) dell’umano, perché attardandosi ormai nella vita ha esaudito – in Italia, nelle Marche, sulla costa picena, proprio qua, pensate! – le preghiere di due sindaci illuminati, di Grottammare e di Cupra.
 -  A Grottammare, CHRISTO ha mirabilmente impacchettato la Scuola Elementare “Speranza”, curando eccezionalmente pure di lasciarla fasciata come una neonata per lunghissimo tempo, rallentandone ad arte i lavori edilizi sul tetto fino a far fallire la ditta. Gli alunni e i loro soddisfatti genitori hanno potuto così girargli intorno per quasi tutti e cinque anni delle “elementari” e serberanno festosi ricordi di tanta bellezza. 
-  Poi nella vicina Cupra, ancora da vivo, ha scelto il modesto Palazzo del Comune. Siccome nel frattempo è morto, i lavori li continuano con calma i suoi discepoli. Durano da anni, tre, quattro, o più. Che cosa succeda dietro i teli mal posizionati (ah, i discepoli non sono come il Maestro…) non è dato sapere, chissà quanti operai-bradipi faticano forzosamente al ralenti… Però - specie con la luce del pomeriggio - godiamocela, la visione di ‘sto palazzetto impacchettato: già i fotografi della domenica ruzzolano emozionati dalle sgarrupate scalinate di fronte; nella piazzetta, i pullman alla fermata non vogliono più ripartire; le auto pagano volentieri le multe per sosta oltre l’orario; i grupponi di ciclisti-con-panza inchiodano e vanno uno sopra l’altro; i pedoni attraversano in trance, come attratti da una calamita, lasciandosi gioiosamente investire sulle strisce: tanto ti arrotano comunque, almeno muori guardando l’opera del CHRISTO e vai in paradiso.
 
Se Grottammare è diventata famosa per “la Speranza che mai finiva”, anche Cupra lo diventerà, per il suo Comunicchio dai lavori eterni.
 
 
PGC - 26 ottobre 2021


 

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