Per affiggere i nostri manifesti dei referendum, da improvvisati attacchini abbiamo messo un pennello grande a rullo in cima a un bastone e fatto in casa della colla che pareva un brodo col dado. Risultato: alcuni sono subito caduti da soli, altri ce li hanno staccati facile.
Tutta colpa del pennello: ci voleva “non un pennello grande, ma un GRANDE PENNELLO!” (CINGHIALE magari, ma quella pubblicità non c’è più…).
Il gusto e la fatica di fare gli attacchini come quando eravamo manovalanza operativa esterna dei partiti. Però, oggi, con lo spirito di cani sciolti, di manovali del nostro pensiero.
Col nostro CHI VOTA MANGIA LE MELE, copiato dall’indimenticabile CHI VESPA MANGIA LE MELE del ‘70 (pietra miliare della comunicazione, che perfino rilanciò la Piaggio!), abbiamo tentato di scacciare l’atavica tristezza della politica facendo i seri giocando, e occupando le deprimenti plance di ferro orfane di manifesti (salvo alcuni inguardabili).
Abbiamo provato a scacciare la noia, a incuriosire, a incentivare l’affluenza a cui già fanno il funerale. Diffondendo poi in rete le buffe foto di attacchini precari in cerca di lavoro…
Zero risultati, i nostri giornalisti c’hanno altro da fa’. Almeno sapessero spiegarli, ‘sti referendum.
PGC & FdZ - 5 giugno 2025
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