12/11/25

Trash test

 Andrea Cosentino
 
 Sala Kursaal – Grottammare
 9 Ottobre 2025
 
 31° Incontro Nazionale dei 
 TEATRI INVISIBILI
 
 Direzione artistica
 Laboratorio Teatrale Re Nudo
 
 

Se un pomeriggio d’autunno un clown nichilista ….

….incontra un’Intelligenza Artificiale, molte cose possono accadere, ma non che il clown e il suo teatro cessino d’essere Invisibili nell’accezione migliore del termine. 

Perché un clown nichilista – come Cosentino definisce sé stesso -  è esattamente ciò che sono i Teatri Invisibili da ben 31 anni: “spettacolo autentico” - così nella definizione di Artaud - libero dalla sudditanza al testo e lontano dalla sclerosi dell’ufficialità, vicino a quello spazio vuoto che per Peter Brook è da riempire fisicamente ed emotivamente alla costante ricerca di senso.

Di certo, niente è più antitetico di un Clown - perfino nichilista! - e di una Intelligenza Artificiale: figura antica, buffone medievale o maschera della Commedia dell’Arte  (“il più bel teatro del mondo”) il primo; quanto di più futuribile la tecnologia renda oggi disponibile, la seconda. 

E dal contrasto nasce la lezione di teatro in Trash test (“Collaudo distruttivo delle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale di produrre materiali teatrabili”): che è corpo a corpo – esilarante, straniante, stralunato – fra l’attore-clown-uomo e la macchina; fra l’attore e il suo pubblico; tra il perfetto e il perfettibile, tra ciò che è umano e fallibile e sconnesso, e la raggelante levigata imperturbabilità della macchina.

È il gioco di Trash test: quanto mai serio, pur nella comicità che sprigiona, nel lasciare che agiscano l’essere in scena, l’improvvisazione, l’imprevisto, la compresenza col pubblico, il superamento della demarcazione fra attore e autore, il prendersi gioco dell’autorialità e del tipo di spettacolo - legato ai vecchi codici - che ne deriva.

Da un lato dunque il testo che non c’è, il testo che è l’attore stesso: improgrammabile, modificabile, questi coinvolge il pubblico, sollecita e provoca, fornisce input argomentativi e ne riceve a sua volta, attraversa da funambolo i registri linguistici, disfa la lingua e la ricompone e perfino “convoca” in scena i grandi (Foscolo, De Filippo…), crea un micro, personalissimo caos. 
Dall’altro quella voce generata dalla macchina, immutabilmente disponibile, educata, imperturbabile. 
Quasi vera ma perfetta, perciò non vera… 

Ma siamo al centro del gioco: Cosentino offre suggerimenti e spunti alla macchina, invita, inventa nomi e personaggi - Peppino e Pasqualino, spiccatamente regionali, offrono concretezza alle macchiette da costruire – e si delineano i contorni di una storia da narrare - “Chi lascia la strada vecchia…” – dalla trama incerta, che forse si narrerà o forse no. 
L’uomo provoca, deraglia, improvvisa, inciampa, sbaglia…”fa teatro”. 
Homo sum….
ChatGPT sta al gioco, corrette e sempre innocue le risposte, totale la disponibilità; si nega solo al coinvolgimento su temi omofobici o razzisti… è irremovibile, troppo umani quei contenuti, il suo territorio è altro, deve restare neutro, nessun conflitto che trascini nel magma dell’umano. 
L’homo sum non le appartiene. 

Ecco infine la sfida maggiore: comporre la trama di un film distopico. 
ChatGPT raccoglie ed esegue con efficienza, organizza prontamente gli input, la trama è delineata sullo schermo, si raccolgono suggerimenti dal pubblico, si disegnano linee temporali, tipologie attoriali. 
Il plot è strampalato quanto basta, vi sono gli uomini e i topi e i belli di Hollywood, signori la distopia è servita. 
L’IA ha eseguito il suo compito con perfezione algoritmica priva di scintilla. 
La sfida può spingersi oltre, adesso: si crei dunque una storia bellissima, e così bella che duri per sempre. 
La macchina accetta, non esita: elegante e tranquilla, imperturbabile.

 

Ma è qui l’inciampo, è qui il cortocircuito: l’eternità non è dell’umano, e il clown –  troppo umano - esce di scena.

 

Il saluto affettuoso del pubblico, il calore e i lunghi applausi dicono ancora che Cosentino è “dei nostri”, patrimonio d’umanità degli Invisibili da sempre,  di certo per i prossimi 31 anni e oltre…
 
Sara Di Giuseppe . 11 novembre 2025
 
 

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