22/09/21

YELLOW SUBMARINE


        Non si è perso, né fortunatamente è esploso o annegato nessun sottomarino, ma sui giornali e nei tigì è iniziato il mese dei sottomarini.


Con la furbastra collaudata tecnica di montare qualsiasi notizia come la panna fino a quando non si smonta da sola - anche quando è marginale, settoriale, non interessa, non si capisce, non evolve o non andrà a parare in nessun posto - questa nostra informazione nazional-amatriciana ci sta costringendo tutti a diventare esperti-da-bar dell’argomento, neanche ci fossero ricchi premi per chi vince.
 
Stavolta la presentano come la madre di tutte le notizie, riguarda tutte le grandi nazioni di tutti i continenti meno l’Antartide (che potrebbe comunque diventare il garage dei nuovi sottomarini nucleari), perciò…
E’ successo come tra mercantozzi: l’Australia ha stracciato di colpo il contratto d’acquisto di 12 sottomarini nucleari - robetta da 30/40 miliardi, diventeranno oltre 100 - per comprarli dagli americani in società con gli inglesi. Un “tradimento tra alleati” che fa saltare gli equilibri mondiali: l’Europa s’indebolisce, l’America si rafforza col Regno Unito e l’Australia, la Cina s’incazza di brutto sentendosi più accerchiata, la Russia non so, non ho ben capito, dovrei studiare… Quindi si convocano gli ambasciatori, ognuno va a trovare l’altro, si fanno pensose conferenze e tutti in posa con la faccia scura. Ovvio che è tutta questione di soldi.
 
Comunque: manna dal cielo per i giornalisti, che ne sanno meno di noi, incocciano la notizia sul computer, aspettano le veline. Ma ecco ogni giorno ogni ora due puttanate di testo a tutte maiuscole, quattro foto di repertorio stantie ma emozionanti, cupi marinai che s’infilano nei pertugi dei sottomarini sempre grigi che gorgogliano inabissandosi, bandiere da combattimento sulle torrette, musiche severe d’accompagno; poi infiocchettare il tutto parlando a vanvera, sbagliando il lessico e la pronuncia straniera, trattare gli ascoltatori/lettori da deficienti, e il gioco è fatto. Sanno che non abbiamo mai fatto vacanze in sottomarino, forse non ne abbiamo mai visti, per noi è roba da 007-licenza-d’uccidere, di fantascienza alla Giulio Verne, di spionaggio, roba da film…
Così possono parlare a vanvera: c’è quel giornale che scrive che i sottomarini nucleari possono stare sott’acqua meglio e per un sacco di tempo, che là sotto vanno veloci come motoscafi d’altura e come trovano una petroliera nemica ZAC l’affondano e addio petrolio.
Parla a vanvera il Ministro della Transizione Ecologica secondo cui il nucleare, proprio come il diavolo, non è brutto come lo si dipinge, quindi pensiamoci.
Parla a vanvera quell’altro - sempre del ramo ministri/migliori - secondo cui se l’Europa non vuol restare indietro deve dotarsi di una forza militare europea - ovviamente nucleare - per spaventare e difendersi da America, Russia, Cina, India e tutto il cucuzzaro. Chiamasi “Autonomia Strategica Nucleare Europea”- me cojoni! - c’è già pronto il logo e la bandiera.
Poi per non restare indietro anzi per andare avanti, ecco il Matteo Salvini che parlando a vanvera come sempre vuole una centrale nucleare in Lombardia. Tiè!
 
Allora parlo a vanvera anch’io: costruiamoceli da soli i nostri sottomarini nucleari, mi pare che i ferri vecchi che abbiamo siano arrugginiti e orfani del nucleare. 
Ma distinguiamoci, facciamoli gialli. Così confondiamo a morte i cinesi. E pure gli inglesi, che dal lontano 1966 possono contare su un solo YELLOW SUBMARINE (by Lennon-Mc Cartney) che ha avuto tanto successo ma è una ciofeca.
 

PGC - 21 settembre 2021
 

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