13/08/21

Nicola era bravo

A 10 – 12 anni io ero già una schiappa al calcio. Nicola invece era già bravo, molto bravo.
Dopo la scuola, con la nostra banda, andavamo a giocare a pallo’ nei gibbosi campetti in fondo a via Sabotino, tra i mattoni e i mucchi di ghiaia dei cantieri. Con palle o palloni rimediati, rubati, d’emergenza, troppo pesanti, troppo leggeri, troppo sgonfi, poco rotondi, toccava accontentarci di qualsiasi corpo rotondeggiante. Ci si faceva pure male.
Ma un giorno, non ricordo come né da chi, ricevo in regalo un vero pallone di cuoio, con tanto di camera d’aria, coi lacci come le scarpe. Color cuoio grezzo, pure un po’ peloso, giacchè era nuovo.
Nicola, oh Nicola, cosa non fece: palleggi, tiri di destro e di sinistro, colpi di tacco, di testa, rovesciate, stop di piede, di petto, tiri d’effetto, a giro, a rientrare, tunnel, discese, traversoni…
Noi incantati. Io al solito in porta, tra due sassi. Bombardato.
Si fa notte e vado a riprendermi il mio pallone per pulirlo e portarlo a casa. Nicola mi guarda, con quella faccia un po’ così quell’espressione un po’ così… e noo, lu pallo’…
Succede tutto in un attimo: un baratto, il mio pallone diventa di Nicola.
Ci furono altre partite, tutte con quel pallone. Poi i ricordi si spengono. Con Nicola siamo rimasti strani amici: sorridenti ciao e basta. Ma amici veri. Ad ogni ciao io tornavo a quel felice momento del baratto, e penso anche lui.
Oggi ho rivisto ancora Nicola su quel campetto, mi faceva gol.
Ciao Nico’
                     
Gio’
 

12 agosto 2021 

 

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