[SAN BENEDETTO DEL TRONTO]
Passeggio in bicicletta quando sento un canto. Pare venga dall’acqua grigia del porto, da dietro la selva di bandierine "parcheggiate" dei pescatori della “piccola pesca”. Un motivetto familiare quasi antico, dimenticato ormai. Una voce rauca ma intonata, vigorosa. Le parole un po’ arrangiate, inventate, come adattate al sinistro panorama sullo stradone lì a sinistra: il nuovo orrido, cupo, deserto Villaggio della Piccola Pesca.Chi canticchia è un pescatore dei nostri, anziano e solitario, accartocciato su qualcosa di misterioso che sta riparando. Non più agile e scattante come un tempo, ma con la luccicanza negli occhi e il volto espressivo come un canyon, marron. Nel ’66, quando esplodevano i suoi 18 – 20 anni, evidentemente a bordo la cantava spesso e di gusto “Ragazzo triste”* di Patty Pravo: be’ mo’, a suo modo, se la ricanta in banchina. Quando s’accorge di me in bici mi guarda di bolina, sospettoso come fossi un corpo estraneo… poi mi fa un eloquente cenno a sinistra, con il capo - ha le mani occupate - e canta
Villaggio triste della pesca… AH AH *RAGAZZO TRISTE (di G.Boncompagni e Sonny Bono) - 1966
che stai sul porto da per te… AH AH
non c’è nessuno che ti guarda mai
perché lo sanno come sei
Villaggio triste sei già morto ma
nessuno piange e si sa perché
sei troppo brutto e buio e freddo che
nessuno mai ti abiterà … …
I pescatori nel "villaggio triste" non ci vogliono andare
PGC - 20 novembre 2022


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