08/04/21

Vaccini: Accelerare o frenare? “That is the question”

 
Vaccini: Accelerare o frenare? “That is the question

        L’ordine è (era) accelerare, ma le Regioni continuano imperterrite a frenare, a battere la fiacca. Non obbediscono ai Draghi e neanche al Figliuolo Generale. Vaccinazioni del 4 aprile: Umbria 14, Sardegna 39, Molise 252, Basilicata 530, Valle d’Aosta 569, Liguria 620, Abruzzo 1625, Calabria 1735… 370 mila in 3 giorni.
Altro che 500.000 al giorno…
        Se in guerra poteva essere saggio - ogni tanto - disobbedire ai baffuti generali per evitare macelli e disastri; se in tempi di naja disobbedire - ogni tanto - a generali colonnelli maggiori capitani tenenti marescialli sergenti era segno d’intelligente ribellione (era pure divertente, ma quelli si divertivano di più a punirti); se oggi, a certi imperiosi comandi militari strillati con tutte maiuscole lasci perdere ed è difficile non mettersi a ridere… stavolta a questo qua con la bianca piuma sul cappello bisognava onestamente obbedirgli. 

Intanto, rispondendo subito e forte “Presente”, “Comandi”, “Signorsì”. Poi - secondo il pittoresco militarese del medagliatissimo - “cambiare passo” nel senso di andar davvero più veloci, anziché fare solo quel goffo saltello sulla stessa gamba per allineare il passo (che è poi il significato letterale della frase); “dar fiato alle trombe” invece di brontolare; “far fuoco con tutte le polveri” invece di nascondere le polveri sotto il tappeto. Cioè - metaforicamente, capisco - “premere con forza l’acceleratore della Campagna Vaccinale”. “Per battere il nemico”, invece di frenare sul bagnato per andare a sbattere.

500.000 punturine tonde al giorno era la missione. Wow! Cominciando rigorosamente da chi ne ha più bisogno, dai più anziani, dai più esposti al contagio. Non da chi pretende un abusivo diritto di precedenza, non dalle arroganti lobby, non dai raccomandati, non dai furbi che saltano la fila. E non battendo la fiacca.  
Ma sta ancora andando che, se non si “accelera” e “avanti marsch”, anzi “di-corsa” come bersaglieri - mica lenti come alpini coi muli su per i monti - saranno circa 500.000 vaccinazioni alla settimana, altro che al giorno. Sono frenate, quasi un “dietro-front”. E il nostro militare supremo sbaglia pure i conti, non sa fare le divisioni: a parte disubbidienze, inefficienze, reciproche invidie, favoritismi, capricci e virus politici delle Regioni, sono anche le zoppicanti consegne dei vaccini a monte che non consentono i ritmi da lui stabiliti.
La questione, il problema, il dilemma, il dramma è piuttosto, e fondamentalmente, un altro: i militari, meglio lasciarli giocare coi militari. 
Al di là di slang, comicità e povertà di linguaggio, abbigliamento fuori luogo, medaglie, nastrini colorati, stellette, pistole e cannoni… e magari anche pinne fucili ed occhiali quando il mare è una tavola blu. Per affrontare con efficacia un Piano Nazionale Vaccini a cosa ti serve aver soggiornato nello steppico altopiano iranico dell’Afghanistan a guadagnarti chili di gradi fingendo di portare la pace? Perché ti presenti nelle riunioni nei palazzi romani sempre in “divisa di servizio” (tuta mimetica) - cappello e piuma incorporati - manco dovessi “mimetizzarti” nei cespugli dietro i tendaggi e i quadri? E soprattutto, cosa ne sai di vaccini, di scienza, di ospedali, di malati, di vita normale o tribolata, non finta, cioè militare? Mettiti almeno in borghese, scendi in abiti civili tra noi civili (anche se proprio civili non siamo). Per mettersi al par tuo, non costringere i colleghi politici a piantarla col blu istituzionale e a comprarsi pure loro la “mimetica” dai cinesi di Porta Portese! Magari non hanno neanche fatto il militare…
        A meno che tu non sia il primo di tanti altri militari pluristellati che i Draghi chiameranno a corte per governarci come si deve, mascella quadrata e petto in fuori: a guardare in giro per il mondo, pare che la cosa vada per la maggiore… È questo il problema? “Is that the question”?
 
 
PGC - 8 aprile 2021

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