29/10/20

La Regione e la coturnice

“… E a forza di sterminare animali, s'era capito che anche sopprimere l'uomo non richiedeva un grande sforzo.”
        [Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia, 1509]


        Ci s’è impegnata, la nuova Giunta Regionale Marchigiana. Comunicatone-stampa di questi giorni per informare la popolazione in trepida attesa che la temibile coturnice* ha i giorni contati.

“Presenza stimata di 315 capi in epoca post-riproduttiva” - recita il comunicatone - dei quali si prevede il “prelievo” (sic), dal 31 ottobre al 29 novembre, di 14 capi (sic) nell’Ambito territoriale di caccia Val di Chienti, essendo in quello pesarese “la caccia alla specie già vietata dal calendario venatorio”.
Ben 59 (letto bene: non cinque, non nove, ma cinquantanove) i cacciatori selezionati, esaminati, autorizzati - dopo aver pure partecipato a un corso! - alla caccia grossa. Con cani, perché molti di loro - prosegue il comunicatone - “sono appassionati cinofili” (qui il lettore è sopraffatto dall’emozione).
 
Considerazioni.

Com’è noto, le disgrazie non vengono mai sole (vedi il terremoto e Bertolaso, vedi il Covid e Bertolaso). 
Così non solo noi italici dobbiamo tenerci questa grossa disgrazia a cielo aperto che sono le Regioni, ma ci imbattiamo pure in figure surreali come un “Assessore alla caccia e pesca” (sic): che sembra un film di Woody Allen invece è vero.

Ed ecco che la luminosa Nuova Giunta Marchigiana sforna per suo tramite questo adrenalinico Piano Annuale per la gestione della coturnice grazie al quale - dal/al - 59 eroici sparatori, selezionati per comprovate doti di coraggio e sprezzo del pericolo, possono ammazzare sparati 14 “capi”.
Ci dice altresì che la coturnice
è “specie cacciabile con particolari precauzioni” (sono soddisfazioni, per le bestiole); e poi - pensa! - il Piano dell’ATC–MC2 è approvato pure dall’ISPRA, me cojioni!
Poi impacchetta il tutto e spedisce alla stampa locale che più veloce dell’alato Mercurio, diffonde la buona novella.
 
Insomma, che vogliamo di più dalla vita. Abbiamo questo mega organismo legislativo che è l’Assemblea Regionale, a cui paghiamo stipendi spropositati, che ci ammorba di campagna elettorale nei mesi preziosi che avrebbe dovuto utilizzare - e come quasi tutte le altre Regioni non l’ha fatto - per approntare/potenziare/razionalizzare le difese anti Covid. E che partorisce l’inimmaginabile: un “assessore alla caccia e pesca” (sic) che a sua volta, assistito amorevolmente dalla Giunta commossa, dà alla luce con doglia l'atteso primogenito, il Piano Annuale per la gestione della coturnice.

 C’è di che esser fieri e di che star tranquilli: con Regioni così e con politici così, non temeremo alcun male.
 
Intanto voi, coturnici marchigiane, steteve accuorte! Il 31 ottobre è vicino.
 
 
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La vecchia Europa è l’unico luogo dove vive e nidifica la coturnice. Lunga circa 35 cm per un’apertura alare nell’ordine del mezzo metro, questa specie presenta un piumaggio particolarmente ricco di tonalità cromatiche. La coturnice è pure bella.
Le femmine depongono fino a 15 uova in luoghi protetti, solitamente cespugli o anfratti nella roccia, mentre i pulcini vengono alimentati prevalentemente con gemme, bacche, germogli – in pratica tutta la vegetazione commestibile d’alta quota – oltre a insetti e larve.
In grado, secondo gli antichi greci, di tenere alla larga maghi e spiriti maligni, la coturnice si trova a proprio agio in pendii soleggiati e pietrosi. Per secoli in simbiosi con agricoltori e pastori, resiste sulle montagne italiane in quel che resta del proprio habitat originario. Agile e piuttosto combattiva di solito si muove sul terreno, ma non trova difficoltà a rifugiarsi sulle cime degli alberi in caso di imminente pericolo.



 
Sara Di Giuseppe - 29 ottobre 2020

 La foto appartiene al legittimo proprietario ed è utilizzata al solo scopo di corredare il testo

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