09/11/15

L'Archi Accademia Nova al Museo di Roma Palazzo Braschi

Fine settimana fortunato, quello del 1° novembre. Dopo il bellissimo venerdì del Teatro di Villa Torlonia il Museo di Roma – Palazzo Braschi – ha dato il via agli appuntamenti della stagione “A porte aperte – Musica d’insieme per archi” con la partecipazione del gruppo “Archi Accademia Nova”. Un concerto di fine settimana come tanti altri? No, perchè quella che è andata in scena è la purezza viva e tenera di una ventina di ragazzi tra i 14 e i 24 anni: emozionati un po’, certo (chi non lo sarebbe stato), che ci hanno mostrato cosa sia il piacere di suonare e di saperlo fare molto bene. Impostato sulla centralità del violoncello, il programma, con tre brani di superlativa bellezza: il Notturno op. 40, il primo movimento dalla Serenata op.22 per archi di Antonin Dvořák (purtroppo solo come bis), il Concerto per due violoncelli e archi RV531 di Antonio Vivaldi.
Chi ama Dvořák conosce la delicatezza armoniosa e a volte malinconica del suo modo di lavorare con gli archi: basti per tutti il Concerto in Si minore per Violoncello e Orchestra Op.104 che Mario Brunello ha definito “IL" concerto per violoncello. Sempre fluente e armonioso, mai ridondante, il linguaggio nelle sue composizioni; e se in qualche suo lavoro la “commozione” nasce da reali momenti di nostalgia, ad esserne stimolate sono sempre le sensazioni e le emozioni profonde proprie dell’ascoltatore, che questi comprende essere le stesse del compositore, poiché hanno il carattere dell’universalità.
Nel Notturno l’attacco dei soli violoncelli (quanto Wagner?) con la “gravità” degli accenti evoca l’intrigante simbolismo della notte, ma essa è anche il chiarore melodioso della luna che dopo poche battute si fa strada in punta di violino (quanto Brahms?); l’equilibrato dialogo delle due sezioni di archi prosegue in eleganza e dolcezza fino ai due “gioielli” del finale: il pizzicato di contrabbasso e di contrabbasso-e-violoncelli …e tu che ascolti viaggi libero tra i tuoi pensieri. Come non volare con il “moderato - tempo di valse”, primo movimento della Serenata op.22, che dispiega generosamente l’anima boema della musica di Dvořák... Personaggio di grande semplicità, profondamente schivo e geloso dei propri sentimenti, Dvořák li mette a nudo senza riserve solo nelle sue opere: e i ragazzi dell’Accademia Nova rivelano così attenta e puntuale conoscenza della sua musica e dell’uomo da saper rendere l’una e l’altro pienamente trasparenti anche agli ascoltatori.
Di segno stilistico e temporale del tutto diverso, il Concerto di Vivaldi per due violoncelli: di grande bellezza l’esecuzione dei giovanissimi musicisti, che nella capacità di “riconvertirsi” con naturalezza si mostrano dotati di grande professionalità ( a vent’anni!...).
Si unisce a loro per l’occasione, come altro violoncello, il M.° Gabriele Geminiani (Orchestra Mozart, Orchestra Accademia S.Cecilia); bravissima la giovane ed emozionata Laura Pascali nel suo dialogo con l'altro violoncello, soprattutto nella pacata morbidezza dell'adagio e nel contrappunto felice con gli altri archi dell'orchestra.
Una maturità vera quella espressa dall’Orchestra con la sua capacità d’interpretare l'ampiezza della partitura grazie alla compattezza ed esattezza dell'organico: ne hanno tratto risalto sia la purezza dei "solo" dei violoncelli che il dialogo di questi con il resto della compagine, fino al "trionfo" tipicamente vivaldiano del finale all'unisono.
Primo novembre davvero fortunato questo, se poco dopo - con ancora nelle orecchie la bella musica e negli occhi i visi puliti di questi giovani - ti ritrovi a Fontana di Trevi che dopo il restauro ti "esplode" davanti in tutta la sua magnificenza e ti ritrovi convinto ancora una volta che Roma sia l'opera d'arte più bella del mondo; peccato che le cronache ne narrino un'altra.


Francesco Di Giuseppe

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