03/03/18

Un caffè con Dorfles

“… Senta, mi aiuti a togliermi di torno questi giornalisti… mi stia vicino… 
magari prendiamoci un caffè…” 


      Così, nei pressi del Caffè Meletti, si rivolse a me che dopo la conferenza a Palazzo dei Capitani [Biennale Int. del Design] l’avevo inseguito per caso nell’avventurosa visita al Battistero di Ascoli. Correva l’anno 2010.

[https://faxivostri.wordpress.com/2010/05/07/a-spasso-con-dorfles/#more-652]

       Non feci in tempo ad “aiutarlo”, e non prendemmo neppure il caffè: come temeva, lo incastrarono per un rituale aperitivo al ventoso tavolo nord-esterno-d’angolo del Meletti, e giù mitraglia di domande sulla sua salute di ferro, quasi cent’anni, allora: ovvio, mica su questioni d’arte...

       Mi torna quest’affettuoso ricordo. Pochi giorni fa, in una TV di notte fonda ero anche incappato in una gustosa intervista a casa sua. Forse l’ultima. Un monumento, quasi 108 anni, un record che l’inorgogliva e l’irritava… “ho tanto ancora da fare…” e “presto, veniamo al sodo…”.

       Della sua morte oggi hanno detto en passant, dopo le notizie (notizie?) sulle venefiche elezioni, dopo i sensazionalismi sul maltempo (insolito, in inverno, no?) e dopo le ultimissime del calcio “implacabile e mortale” (G.D.). Stitico riassuntino di un “coccodrillo” stantio, certo preparato da decenni, forse se l’erano pure dimenticato o perso, data la tenacia di quel grande a restar vivo. Dunque due parole due: sull’età (ti pareva…),107, e sul sottotitolo - Critico d’arte - un po’ misterioso pure per la scappereccia semianalfabeta giornalista. STOP. Pubblicità.

      Ma da domani tutti di corsa a sparare aneddoti, storie, interviste, articoli, libri, mostre, fulminazioni… Redazioni col fiatone a barcamenarsi fra i conteggi di votanti/non votanti e l’oceanica mole di notizie su Dorfles. Ne verrà fuori un calderone inutile e kitsch, che però lo avrebbe divertito: ci avrebbe giocato, con curiosità e passione, menando fendenti a destra e sinistra, sempre con classe ed eleganza si capisce.

       Non poteva scegliere momento migliore, per ritirarsi dal “turbine sociale” che gli piaceva tanto.

Peccato non averci preso il caffè insieme. Mi restano le sue due tazzine disegnate per Illy.

[https://faxivostri.wordpress.com/2011/09/10/in-chiesa-con-dorfles/#more-1703]

PGC - 14 febbraio 2018




Nessun commento:

Posta un commento