14/09/13

Vieni avanti chietino. Andrea Cosentino al 19° Incontro dei Teatri Invisibili

Tornano i “Teatri Invisibili” come ogni anno, a settembre, da quasi vent’anni, col tempo che cambia e le giornate che s’accorciano e l’estate si fa ripensare, si porge a una meditazione “altra”… Entrare al Teatro dell’Olmo è ritrovarsi, nel piccolo mistero del suo ambito, della sua serietà tutta cittadina, a un appuntamento già storico calato nel tepore ancora vivo della vacanza. Si svolta l’angolo, si riapre una pagina di memoria.
Not here not now, a smentire il “qui ed ora”, a muovere svelti passi nell’”altrove” del teatro, questa volta a confronto con l’arte contemporanea, la body art di Marina Abramovic per l’esattezza. Andrea Cosentino è stupore dall’inizio alla fine, ironia millimetrale, coreografia di attimi - a –sorpresa, teatro del teatro, clownerie. Sua la maschera di Marina Abramovic, che vuol dire provocazione estrema, richiamo al teatro come esperienza, in un duello arte-vita che si rincorrono e chiamano lo spettatore a una nuova tensione culturale, quella per cui il corpo dell’attore si fa testimonianza , evidenza tout-court, aldilà di ogni rappresentazione. Perché si smentisca, si sfati la finzione stessa e ci si immetta nel “sangue” di un teatro nuovo, che tinga di rosso la quarta parete, ritrovi il suo odore e grondi vita. Andrea ci dice tutto questo offrendosi in una rissa d’invenzioni sceniche, che gravitano sul suo corpo elettrico, sui suoi occhi che trafiggono, chiedono, rispondono, esorcizzano, sul suo “esperienziario” intriso di una crudeltà da “enfant tèrrible”, entrando ed uscendo dal nasone di Marina interpretata e “rifatta” con humour sottile in una serie di piccoli video (not here not now), per culminare nell’imitazione della sua voce tradotta da una Barbie, nella “BUA” della performance finale, un harakiri al ketchup, che è il grido dell’arte d’oggi, e che si offre così, self – made, a un pubblico in grado di far rima.

Enrica Loggi


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