“Muriel, la capra, sapeva leggere un po’ meglio dei cani e talvolta, la sera, leggeva ad alta voce frammenti di giornali che aveva trovato nell’immondizia”
(G.Orwell, La fattoria degli animali, 1945)
Settembre, andiamo. È tempo di migrare. (G.D’Annunzio I pastori, in Alcyone, 1903).
Curioso: nel lontano 1903 il migrare era usato dal genio poetico dannunziano a indicare il passaggio di animali e pastori dalla montagna al mare (e la lingua si faceva manifesto del rispetto amorevole per quel mondo e quelle storie); oggi, a più di un secolo da allora, l’ignoranza caprina (non si offenda, il pacifico animale) di giornalisti e politici definisce transumanza il movimento migratorio del disperato popolo palestinese (quello che ne resta) nel ritorno al deserto di macerie e morte che oggi l’ipocrisia occidentale chiama pace.
Significa che siamo andati avanti, che siamo più belli e più grandi che pria.
Non è stato l’unico, il sopravvalutato Mentana delle maratone tivù e del perbenismo finto progressista: precedenti illustri (si fa per dire) sono il Giambruno principe consorte decaduto che definì transumanza le migrazioni in Europa; prima di lui (2015) la stessa fratelladitaglia tuonava fuori dalla grazia di dio un improbabile nomadare (“…Se sei nomade devi nomadare”, sic), seguito appunto - a indicare le migrazioni umane - da uno spettacolare “quando hai nomadato, transumi e vai”. Impagabile. Meno male che Giorgia c’è.
Ora che quotidiani e tivù affogano nella retorica a buon mercato e - perfino - dei vaneggiamenti trumpiani davanti alla plaudentissima Knesset israeliana ci viene inflitto l’integrale in diretta tivù (comprensivo di “Netanyahu mi ha chiesto tutti i giorni armi potentissime che non sapevo di avere e gliele ho date”: è questo, che tocca sentire, a meno di rifugiarsi su altro pianeta), è palpabile il sollievo che anima i politici complici (silenti di fronte al genocidio e che ora chiamano, questo silenzio e questa complicità, “contributo silenzioso alla pace”: ah il potere mistificatorio delle parole!) e un certo giornalismo - nostra vergogna nazionale - di quelli che (alla Paolo Mieli) “se è vero [se è vero?! n.d.A.] che i palestinesi muoiono di fame, Flotilla poteva consegnare gli aiuti alimentari eccetera…”.
Insomma, ora finalmente ‘sti palestinesi se ne tornano a casetta loro (si chiamano macerie e deserto, risulta?); i buoni hanno fatto i buoni e nella Striscia rasa al suolo affari d’oro e arraffo colonialistico li attendono. Premio bontà 2025. Non è ancora il Nobel per la pace ma lo sarà; nessuno si stupirà, sputtanato com’è il premio visti i soggetti cui viene conferito: come la Machado (esponente della destra venezuelana più reazionaria, golpista nel 2002 contro Chavez, dichiarata nel 2023 ineleggibile per 15 anni per frode fiscale, dal programma politico simile a quello di Milei tra cui l’eliminazione dei programmi sociali, trumpiana col botto, amica del Likud e per la quale Israele è “un genuino alleato della libertà”).
Transumanza, dunque: la disumanizzazione passa anche per il linguaggio.
Per quello dell’ignoranza, certo, ma anche per quello del retropensiero farisaico di pennivendoli, politici, pseudo intellettuali, opinionisti e bellagente. Di coloro per i quali è più comodo ignorare la storia recente, quella che dalla metà del secolo scorso vede il popolo palestinese oggetto di negazione costante, da parte di Israele, del diritto all’autodeterminazione.
Nel silenzio e nella complicità del mondo.
Ignoranza, certo: quella vera, ascrivibile alla desolante mediocrità - anche culturale e linguistica - del nostro ceto politico; e quella voluta, strumentalmente applicata dai media e dagli apparati politici occidentali che li rende di fatto complici della costante, impunita violazione dei diritti del popolo palestinese, fino allo sterminio.
Finchè le piazze di tutto il mondo non hanno plasticamente e inequivocabilmente dimostrato che i popoli - nonché le creature transumanti - sono migliori di chi li governa.
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Gaza è imparagonabile a tutte le altre esperienze, per il grado di violenza, per l’intensità dei bombardamenti, di distruzioni (…) Gaza è un concentrato di tutti gli altri teatri di guerra (…) Se devo pensare a un’espressione per Gaza, penso too much, è troppo.
(Gennaro Giudetti, operatore umanitario a Gaza, intervista video ad Alessandro Di Battista, 14 ottobre ’25 )
*Transumanza: s.f., Trasferimento del bestiame in estate ai pascoli della montagna e in autunno al piano.
(in: lo Zingarelli - Vocabolario della lingua italiana - 2003)
Sara Di Giuseppe - 15 ottobre 2025
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